La Juventus è sparita, proprio sul più bello. Un punto in tre gare, la flessione arrivata proprio quando avrebbe dovuto confermare le ambizioni scudetto. Intanto l’Inter è scappata via distante sette punti, con una gara in meno disputata: se ieri non sono calati i titoli di coda sul sogno tricolore dei bianconeri, poco ci manca.
Se il pareggio interno con l’Empoli era stato determinato anche dall’inferiorità numerica per il rosso a Milik, e il passo falso nello scontro diretto del Meazza aveva certificato una qualità superiore dell’Inter, il pesante ko interno con l’Udinese ha clamorosamente messo di nuovo a nudo le problematiche di una Juventus con la coperta corta, spuntata in attacco (un gol in 3 gare) e di nuovo vittima di qualche amnesia difensiva, come quella di Alex Sandro, che rilanciando malissimo un pallone piovuto in area di rigore, ha consentito a Lautaro Giannetti di infilare Szczesny e mandare l’Udinese in Paradiso.
Ora la Juventus deve guardarsi soprattutto le spalle, con il Milan in serie positiva arrivato fino a 2 punti di distanza dai bianconeri. Una serata da dimenticare per Max Allegri, che ieri ha eguagliato Marcello Lippi per presenze in panchina: 405, secondo posto dietro Giovanni Trapattoni.
La trasferta di Verona, contro un avversario pericolante e affamato di punti salvezza è decisamente insidiosa e determinerà la gravità della crisi in cui è piombata la Juventus, arrivata nel momento in cui i bianconeri avrebbero potuto spingere sull’acceleratore, considerati gli impegni sicuramente più difficili affrontati dall’Inter, venuta fuori con 9 punti dal trittico Fiorentina, Juventus, Roma, con buona pace di Danilo e compagni.