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Haaland è subito show. Che partenza per il norvegese !

Il gol è nel suo DNA. “Mi hanno acquistato per questo motivo”, ha spiegato soddisfatto ai microfoni della BBC, nell’immediato post-gara di Manchester City-Crystal Palace, dopo aver sbranato l’avversario con una tripletta in 18 minuti. Il ciclone Erling Haaland si è abbattuto sulla Premier League: devastante in area di rigore, imprendibile per i difensori, ma anche incontentabile verso sé stesso e ciò che può ancora diventare. Haaland è arrivato in estate a Manchester, sponda City. Sembrava potesse accusare qualche problema di ambientamento o di inserimento nei meccanismi perfetti di Pep Guardiola. “Problemi? Non ne ho mai avuti. Sono in una squadra in cui ognuno di noi si fida del compagno che ha accanto. Credo che sia tutta una questione di mentalità. Il primo tempo con il Crystal Palace non mi è piaciuto e deve essere un avvertimento per migliorarci e allenarci ancora più sodo. Prendere gol nei primi minuti non deve più accadere”, ha tuonato Haaland. Ovunque vada, il fenomeno norvegese non sembra avere rivali. Nato a Leeds il 21 luglio del 2000, il papà Alfe-Inge giocava lì quando lui è nato (nel 2001, Roy Keane gli distrusse un ginocchio nel derby di Manchester ponendo praticamente fine alla sua carriera), Haaland ha iniziato a muovere i primi passi da professionista, a soli 16 anni, mettendo a segno 18 gol in 16
partite. Nel 2017 il trasferimento al Molde (16 reti in 43 partite) e poi la prima esperienza lontano da casa, in Austria, al Salisburgo, nel 2019-2020: 16 gare e 17 gol segnati, che gli valgono la chiamata del Borussia Dortmund. In Germania diventa grande a suon di reti: 62 in 67 match, alle quali si aggiungono le 21 marcature in 14 gare con l’Under 19 e l’Under 20 norvegese. Haaland è irresistibile: altri 20 gol in 21 presenze con la Nazionale maggiore, quindi l’arrivo a Manchester per un’operazione complessiva di 250 milioni di sterline tra costo del cartellino e stipendio. L’esordio non è dei migliori: il Liverpool si impone 3-1 nella finale della Community Shield. Ma al debutto in campionato mette subito a segno una doppietta contro il West Ham, prima della tripletta al Crystal Palace. Ma a lui non sembra bastare: “La tripletta è un motivo di orgoglio per me e per la mia famiglia. Ma sono certo che mio padre mi dirà che ho segnato ancora meno gol di lui in Premier League. Quindi devo raggiungerlo e superarlo”.
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