Se c’è una cosa che non si può davvero programmare, quella è certamente l’estate del tennis. Che per antonomasia è una delle discipline più incerte che esistano nel mondo dello sport, poiché basta una giornata storta per mandare a monte settimane di lavoro. Ma l’estate 2022 si sta rivelando fin troppo foriera di grandi sorprese e ribaltoni, specialmente da quando il carrozzone ATP si è spostato in Nord America. E se i successi di Carreno Busta a Montreal e Coric a Cincinnati erano stati salutati alla stregua di episodi isolati e difficilmente replicabili, quanto già avvenuto nel primo turno degli US Open ha confermato che gli upset non sono affatto destinati a concludersi a stretto giro di posta. Ma la caduta di Tsitsipas e Fritz, oltre a rovinare la giornata di chissà quanti scommettitori, ha finito per dare una grossa mano a Matteo Berrettini, che a rigor di logica se li sarebbe ritrovati davanti qualora avesse fatto rotta sulla seconda settimana: il greco era l’avversario più papabile negli ottavi, mentre lo statunitense avrebbe dovuto attenderlo al varco nei quarti. Problema risolto alla radice: se il romano riuscirà ad avanzare nel torneo (stasera lo attende il francese Grenier, ripescato come lucky loser dopo il forfait di Andujar), i nomi dei rivali saranno giocoforza diversi, e con una classifica attuale decisamente inferiore a quelli sopra citati. Per Berrettini, insomma, la campagna newyorchese rischia di tramutarsi in una piccola autostrada verso la gloria. E chissà che in questa ipotetica “apertura” in tabellone non c’abbia messo lo zampino anche la dea bendata, magari concedendo al tennista azzurro un po’ del credito che quest’ultimo aveva contratto alla vigilia di Wimbledon, costretto cioè a saltare lo slam sull’erba (dove arrivava tirato a lucido e con i favori del pronostico) per via di un maledetto tampone positivo al Covid. A Flushing Meadows Berrettini si gioca tanto, anzi tantissimo sia in chiave ranking (oggi è sceso virtualmente alla 17: tutti i rivali che lo precedono, tolti appunto Tsitsipas e Fritz oltre agli assenti Djokovic e Zverev, sono ancora in tabellone), sia in chiave Race to Turin, la classifica cioè da gennaio 2022 in poi, quella dalla quale usciranno gli 8 finalisti che prenderanno parte alle ATP Finals in programma a inizio novembre al PalaAlpitour. Le cadute eccellenti della prima giornata gli hanno offerto l’opportunità di vedere davanti a sé una strada sulla carta meno ripida, anche se poi in questa pazza estate della racchetta forse tutto questo rappresenta un problema, anziché un vantaggio. Poco male: Matteo, che s’è tagliato la barba per compiacere la richiesta di mamma e nonna, ha le idee chiare su quale sia il compito che lo aspetta.