Il Bologna ha deciso: Sinisa Mihajlovic è stato esonerato. La posizione del tecnico serbo era stata messa in forte discussione dalla società felsinea dopo il balbettante inizio di campionato (2 punti in 3 giornate). Il 2-2 di La Spezia, arrivato in rimonta grazie alla doppietta di Arnautovic, non ha convinto la dirigenza rossoblù a proseguire il rapporto di lavoro con il trainer di Vukovar.
Sembrava che Mihajlovic potesse rimanere in panchina e giocarsi tutto nelle prossime due gare, entrambe in casa, contro Fiorentina ed Empoli, invece il club del presidente Saputo ha deciso di intervenire in anticipo, esonerando Mihajlovic, dal 2019 alla guida del Bologna.
Quell’anno, l’allenatore annunciò in conferenza stampa di essere stato colpito da una grave forma di leucemia, combattuta e battuta dopo un lungo ciclo di cure, che l’aveva costretto ad assentarsi dai campi e a farsi ricoverare all’ospedale Sant’Orsola di Bologna.
Qualche settimana fa, in concomitanza con l’inizio della preparazione estiva, Mihajlovic ha nuovamente comunicato di doversi prendere un periodo di pausa, poiché la leucemia era tornata, in forma ancora più aggressiva. Il ritorno in campo era stato accolto con entusiasmo e ammirazione, non solo dai tifosi del Bologna, ma da tutti gli appassionati di calcio.
Oggi, la comunicazione del club: Mihajlovic non è più l’allenatore del Bologna, che aveva pure guidato nella sua primissima esperienza da tecnico nella stagione 2008-2009, quando sostituì l’esonerato Arrigoni, per essere a sua volta sostituito da Papadopulo.
La ricerca del suo successore è già iniziata. Il nome più caldo sembra essere Paulo Sousa, visto al Meazza in occasione di Milan-Bologna, finita 2-0 per i rossoneri. Non è da accantonare la candidatura dell’esperto Claudio Ranieri e neppure quella di Igor Tudor, reduce da un’ottima stagione al Verona. Più distaccato Roberto De Zerbi, rientrato in Italia dopo aver allenato gli ucraini dello Shakhtar Donetsk.