Dall’Arsenal e dalla Fiorentina alla Serie D, disputata tra le fila di Borgo San Donnino e Imperia, nell’ultima stagione. La sua ultima stagione da calciatore. Arturo Lupoli, a 35 anni, ha annunciato il ritiro dal calcio giocato, pubblicando un messaggio toccante sui suoi social.
“18 anni dalla mia prima partita da professionista ed eccomi qua a chiudere questo lungo e importante capitolo della mia vita. Racchiudere tutte le emozioni le esperienze e le persone incontrate lungo il cammino sarebbe impossibile e riduttivo. Mi sento fortunato per quello che ho vissuto e condiviso in questi anni”, si legge nell’addio al calcio di Lupoli.
Nato a Brescia nel 1987, Lupoli sembrava destinato a una carriera importante. Cresciuto nelle giovanili del Parma, venne acquistato nel 2004 dall’Arsenal ed esordì in Carling Cup contro il Manchester United. Il 9 novembre dello stesso anno, contro l’Everton sempre in Coppa, l’attaccante segnò le sue prime due reti da professionista. Quindi, il 25 febbraio 2006 il debutto in Premier League, entrando al 37’ della ripresa in un Arsenal-Blackburn.
Discreta fu pure l’esperienza in prestito al Derby County (35 gare e 7 reti), ma dopo il ritorno in Italia la sua carriera non è mai decollata. Preso dalla Fiorentina con un contratto quinquennale, con la viola non ha mai giocato una partita. Una mezza stagione al Treviso in B e il ritorno in Inghilterra, stavolta in prestito, con Norwich e Sheffield. Quindi il trasferimento all’Ascoli (66 presenze e 11 reti) e l’inizio del suo girovagare per l’Italia, tra Grosseto, Varese, Frosinone, Pisa, Catania, scivolando verso le categorie inferiori, in Lega Pro con Südtirol, Fermana e Virtus Verona e in Serie D con Montegiorgio, Borgo San Donnino e Imperia.
Una carriera limitata dagli infortuni, fino al ritiro, annunciato ieri: “Non posso non ricordare le gioie che mi ha dato questo sport, le notti e i gol di Highbury, le finali a Wembley con Derby County e Sheffield United. L’esordio in Under 21 con gol, la FA Cup a Cardiff con l’Arsenal o la notte di gloria in Champions al Bernabeu con i miei idoli di bambino Henry e Ronaldo che si sfidavano lì davanti ai miei occhi.
Il ritorno in Italia, gli anni difficili, le operazioni alla caviglia, la paura di non riuscire a tornare a giocare, le notti ad asciugarmi le lacrime dal dolore, la frustrazione di non riuscire a superare momenti che sembravano non finire mai. La storica promozione in A, a Frosinone, la retrocessione a Grosseto, finire fuori rosa a Pisa in una situazione difficile ma senza mai perdere la dignità o scendere a compromessi”, ha ricordato Lupoli nel suo lungo messaggio d’addio al calcio giocato.