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Motogp, le stoccate di Casey Stoner

L’AUSTRALIANO E L’ODIO L’ELETTRONICA AL SERVIZIO DELLE MOTO

Ce ne fossero di lingue argute e pungenti come quella di Casey Stoner. Che in vita sua non ha mai dispensato troppe parole, ma quando l’ha fatto non ha cercato mai una mediazione o qualcosa che potesse in qualche modo renderlo meno deciso nell’esporre i propri pensieri. Zero compromessi, solo schiettezza: Stoner c’ha costruito sopra una carriera, anche quando nel 2012 decise di staccare definitivamente la spina, infastidito dal carrozzone mediatico a dalla consapevolezza che quello che amava non era più uno sport fatto per passione, ma solo per vil denaro (business, lo chiamano). Ogni tanto una comparsata nel paddock se la concede, magari testando qualche moto di nuova generazione, che pure non deve piacergli poi tanto. Perché tra i capisaldi di Stoner c’è da sempre la lotta contro l’eccesso di elettronica che imperversa nella MotoGP moderna, che di fatto rende il piloti più simili a una macchina, che non a cuori pulsanti chiamati a spalancare il gas e interpretare i segreti di ogni tracciato. Motivo che l’ha spinto all’ennesima dichiarazione in controtendenza, il cui destinatario è quella Ducati che da qualche mese a questa parte domina incontrastata nella classe regina.

UN MONDO OPPOSTO AL SUO E LE CRITICHE ALLA DUCATI

L’affondo di Stoner non ha riguardato il merito attuale, con le rosse di Borgo Panigale vicine a compire una rimonta da urlo con Francesco Bagnaia ormai a ridosso del leader del mondiale Fabio Quartararo. L’australiano, che nel 2007 ha portato alla Ducati l’unico titolo mondiale piloti della sua storia, s’è scagliato piuttosto contro la storia recente della casa emiliana. “Questa generazione di piloti ha perso un po’ di comprensione di ciò che succede nel week-end di gara. Si punta più preservare le gomme e a pensare solo in funzione della domenica, perché tanto poi ci pensa l’elettronica a mettere a posto il mezzo. Non si riesce a capire il vero potenziale di una moto, mentre io mi sono sempre sforzato di liberarmi dell’elettronica per sentire cosa avessi tra le mani o sotto la sella e cosa non andasse bene. Anche la Ducati si è adeguata a questo copione, inserendo sempre più elettronica, buona per correggere la forma, ma non i problemi interni. E credo sia anche il motivo per il quale negli ultimi anni abbiano sempre perso la corsa al titolo piloti, concentrandosi su aspetti che hanno tolto al pilota la possibilità di far progredire il mezzo. Vinceranno quest’anno? Forse, ma nell’ultimo decennio hanno fallito troppe volte”. La stoccata di Stoner rende bene l’idea di come il suo modo di vedere le corse sia opposto alla direzione in cui stanno andando le stesse. Ma nel suo petto batte comunque un cuore Ducati, con Bagnaia pronto a raccoglierne il testimone 15 anni dopo l’unico titolo portato a Borgo Panigale.

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