Manca poco più di una settimana per assistere al grande appuntamento del 2022, atteso da miliardi di persone in tutto il pianeta: il Mondiale. Un evento che anche in questa circostanza, al pari di quanto avvenuto nel 2018, non vedrà presente la Nazionale di Mancini, nonostante la vittoria dell’Europeo avesse illuso che il peggio fosse ormai alle spalle (eliminazione con la Svezia ai Playoff nel novembre del 2017). Alla grande bellezza, oltre all’Italia mancherà anche la stella luminosa di Erling Haaland. Il centravanti del Manchester City, infatti, non è riuscito a trascinare la sua Norvegia alla fase finale del torneo, terminando il percorso nel girone G al terzo posto, alle spalle di Olanda e Turchia. Il Mondiale in Qatar offrirà agli amanti del calcio ben 4 partite al giorno, dalle 11 di mattina sino alle 22(orario in cui terminerà l’ultima gara). La febbre sale, la voglia di vivere un Mondiale atipico, dato che per la prima volta si disputerà nel bel mezzo della stagione agonistica europea, è spasmodica. Ed è davvero difficile, a maggior ragione in questa circostanza, indovinare quale sarà la squadra che il 18 dicembre solleverà al cielo la Coppa del Mondo. La candidata alla vittoria finale sembrerebbe il Brasile, seguono altre nazionali di livello e tradizione come Francia e Argentina.
IL BRASILE CI PROVA, VENT’ANNI DOPO L’ULTIMA VOLTA
La banda di Tite si presenta alla massima manifestazione continentale con una squadra ben organizzata, per certi versi con un’impostazione tattica più europea che sudamericana. Un elemento, quest’ultimo, che non stupisce per quanto visto nel Brasileirao o nelle coppe continentali sudamericane, dove la tattica è divenuta predominante anche nelle squadre brasiliane, che non casualmente dominano in Libertadores da svariati anni. E Tite, col suo Corinthians della prima metà dello scorso decennio, è stato una sorta di “precursore”, dimostrando che organizzazione e talento possono coesistere.
FRANCIA: CAMPIONI IN CARICA E VOGLIA DI CONFERMARSI
Alle spalle della nazionale verdeoro, invece, c’è la Francia, campione del mondo in carica, la squadra con la maggior qualità tecnica del torneo, ma che non ha mai esibito un gioco convincente neppure quando, quattro anni fa, è riuscita a vincere il Mondiale. Il clima attorno alla squadra di Deschamps, oltretutto, non è certo dei migliori. E, nonostante un girone sulla carta estremamente abbordabile, alcuni esperti sostengono che la mancanza di coesione all’interno del gruppo potrebbe limitare il cammino dei blues.
ARGENTINA: L’ULTIMA VOLTA DI LEO
La terza grande favorita per la vittoria finale è l’Argentina. Sarà l’ultimo Mondiale di Leo Messi. Con l’avvento di Scaloni la squadra, finalmente totalmente imperniata attorno al talento della Pulce, ha fatto gruppo, ottenendo risultati importanti: la vittoria della Copa America al Maracanà, contro i padroni di casa verdeoro, non è stata certo casuale. Messi proverà a portare nel nuovo Continente quella coppa solo sfiorata nel 2014 e che manca dal 1986, in quell’occasione Maradona trascinò un’intera nazione al successo. Riuscirà Messi a replicare la grande del Pibe de Oro?