Le favole del calcio e della vita non sempre hanno il dolce lieto fine, ma restano pur sempre racconti da tramandare alle generazione future. In finale al Mondiale, contro l’Argentina di Leo Messi, ci sarà, infatti, la Francia campione in carica. I leoni dell’Atlante si devono accontentare dell’applauso del mondo che in gran parte tifava per loro prima, e che dopo il 2-0 dell’armata. di Deschamps in semifinale gli rende omaggio per coraggio, sfrontatezza e bel gioco. A fare la differenza è stato certo il superiore tasso tecnico dei giocatori francesi, ma anche un pizzico di fortuna. La Francia è stata sopratutto la regia di Griezmann e le sgasate di Mbappè; il Marocco, che pure ha dovuto rimontare uno svantaggio iniziale inatteso visti i precedenti difensivi, è stata squadra vera in un gioco sempre verticale, veloce, preciso, ma privo di un terminale offensivo.
A Milano così come in tante altre città italiane dove la comunità magrebina è più numerosa la delusione è tanta. Corso Buenos Aires, la via dello shopping è triste ma orgogliosa dei suoi campioni. Un centinaio di persone è comunque scesa in strada con fumogeni coi colori nazionali e anche con un fulmineo scoppio di fuochi d’artificio vicino a Porta Venezia. La via è stata chiusa al traffico e sono numerosi gli agenti a sorvegliare. Era tutto pronto per il grande match, la partita tra Marocco e Francia da guardare sul maxischermo di Jamaa El Fna, la piazza cuore pulsante di Marrakech. A partire dalle 15.00 la medina, il centro storico della città, si era colorata di rosso, tra bandiere e palloncini con le insegne della squadra nazionale. Poi, all’improvviso, raffiche di vento, tuoni e pioggia hanno rovinato i preparativi per la festa: tutti insieme in piazza, per seguire la nazionale. Una giornata di primavera si trasforma di colpo nella prima vera giornata di freddo.