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I protagonisti del 2022: Rafa Leao

Il coro di San Siro è sulle note di quelli dei tifosi del Brasile e del resto Rafa Leao è il più brasiliano dei calciatori della Serie A. Ha la stessa leggerezza, la voglia di stupire con le sue magie palla al piede, a volte, va detto, persino l’eccesso di sicurezza che sfocia in presunzione o superficialità. Ma questi difetti li ha messi da parte nella scorsa stagione, soprattutto negli ultimi mesi,  trascinando il Milan allo scudetto e vincendo il premio di mvp della Serie A 2021-22. Certo, non è ancora un fuoriclasse conclamato. L’ha detto l’inizio della nuova stagione e l’ha confermato il Mondiale. Mentre le stelle mangiavano l’erba, soprattutto l’intramontabile Leo Messi e l’orma nuovo numero uno al mondo Kylian Mbappé, lui ha segnato sì due gol, ma non è stato certo il trascinatore del Portogallo.

Scegliamo quattro momenti iconici per descrivere nel bene e nel male il 2022 di Rafa Leao: i due assist a Tonali a Verona, il gol all’Atalanta, l’espulsione contro la Sampdoria, le reti divorate a Torino. Partiamo dai primi, che rappresentano tutt’oggi il meglio del repertorio: se Leao ha una qualità è quella di essere quasi inarrestabile nell’uno contro uno, veloce quanto e più di Mbappé senza la stessa raffinatezza tecnica. Spacca le partite perché va via agli avversari sulla sinistra e manda in porta i compagni: Tonali si è trasformato in perfetto centravanti con due comodi tap-in sulle invenzioni di Rafa, che poi si è ripetuto nella gara decisiva contro il Sassuolo, addirittura con tre assist per i tre gol (due di Giroud, uno di Kessié). Prima, però, aveva dato un altro segnale di grande concretezza: la rete del vantaggio all’Atalanta alla penultima giornata, nella gara più complicata possibile per i rossoneri. In tutto sono stati 16 i gol di Leao con la maglia del Milan nell’anno solare, nessuno importante quanto quello, neppure i due nel derby di settembre.

Pioli, però, l’ha detto: a Leao manca l’ultimo salto di qualità. Ne ha fatto uno enorme all’inizio della scorsa stagione, quest’estate invece non è arrivato il secondo step. Quando nella sfida con la Sampdoria, già ammonito, ha provato un’inutile rovesciata al limite dell’area di rigore colpendo in pieno volto Ferrari e facendosi espellere, ha dimostrato di non essere ancora un giocatore maturo, capace di essere concentrato al 100%: il Milan quella partita l’ha vinta lo stesso, ma ha perso lo scontro diretto con il Napoli nel weekend successivo, magari proprio perché mancava il suo spaccapartite. Certo, manca (anche) la controprova e il Milan ha perso (anche) quando Leao c’era, come a Torino: due occasioni colossali nei primi minuti e due errori gravissimi, peccati di sufficienza. Si è fatto perdonare solo parzialmente, ma quei punti persi oggi pesano. Dopo il Mondiale inizierà un altro campionato e Leao dovrà dimostrare di poter migliorare ancora. Pioli spera che il 2023 sarà anche l’anno del rinnovo, perché il contratto del portoghese scade tra due estati: il club gli ha offerto 6 milioni a stagione, per ora lui non ha ancora accettato, forse perché sa che, se dovesse ripetere i cinque mesi finali dell’ultimo campionato, il suo valore sarà ancora più alto.

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