Forte quel ragazzino di 44 anni con la maglia del Parma. Gianluigi Buffon non smette di stupire e nella notte del Meazza, sfortunata per i ducali, si è preso la scena con una parata impressionante su Dzeko e altri interventi importanti che hanno quasi condotto il Parma alla qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia, sfumata soltanto ai supplementari, dopo aver subito il pareggio di Martinez all’88’.
I gialloblù hanno condotto le operazioni fino a 2 minuti dal 90’, grazie a una prodezza di Juric nel primo tempo. L’Inter, poi, ha ribaltato il risultato vincendo nei supplementari con una segnatura di Acerbi al 5’ del secondo tempo dell’extratime. Per quanto fatto vedere, alla soglia dei 45 anni, Buffon avrebbe meritato il passaggio del turno. Un atleta infinito, capace di interventi straordinari, nonostante l’età avanzata. Si diverte ancora Buffon, come un ragazzino a inizio carriera. Eppure avrebbe tutto il diritto di appendere le scarpette al chiodo, dopo aver vinto Scudetti, coppe nazionali e un Mondiale con l’Italia nel 2006. Gli rimane un obiettivo mancato, che avrebbe meritato al pari del pallone d’oro dopo il trionfo in Germania: la Champions League.
Oggi, la sua coppa dei campioni la disputa a Parma, dove la carriera è iniziata quando non era ancora maggiorenne. Il salto alla Juventus nel 2001, la breve esperienza al Psg dopo quel rigore di Cristiano Ronaldo e le proteste contro l’arbitro Michael Oliver, colpevole di avere “un bidone della spazzatura al posto del cuore”, quindi il ritorno in bianconero e il trasferimento al Parma, nell’estate del 2021.
A sporcare una serata straordinaria, l’ennesima della sua carriera, i cori volgari piovuti dagli spalti del Meazza, cantanti dai tifosi dell’Inter. Un’accoglienza immeritata per un campione del suo calibro, al di là della fede calcistica e della rivalità in campo.