In casa Juventus sembra non reggere più l’alibi della stagione negativa per effetto delle grane giudiziarie. Il 4-1 incassato a Empoli ha fatto emergere diversi interrogativi sul futuro di Massimiliano Allegri, che negli ultimi mesi, dopo le dimissioni del vecchio CdA e l’uscita di scena di Andrea Agnelli e Nedved, sta fungendo da collante tra la società e la squadra, ricoprendo un ruolo manageriale a tutto tondo. Ma l’eliminazione dall’Europa League, oltre ad alcune battute a vuoto sembrano gravare sulla permanenza in bianconero del tecnico toscano, che ha sì lanciato diversi giovani (vedi Fagioli, Miretti, Iling Jr e Soule) per sopperire alle assenze dei big (Pogba su tutti e Di Maria per diverse gare di campionato), ma è altrettanto vero che ci si attendeva qualcosa in più da questa Juventus. Motivo per cui Allegri è finito nel mirino della dirigenza. Due stagioni deludenti di fila non sarebbero ammesse, ecco perché in casa bianconera sarebbero iniziate le prime valutazioni sul futuro tecnico, dopo l’autoconferma in panchina dell’allenatore. Escluse le dimissioni, per separarsi da Allegri, che vanta altri due anni di contratto, la Juventus dovrà mettere mano alla tasca e pagare una corposa buonuscita. In tempi di vacche magre è una soluzione poco percorribile, ma non del tutto da escludere. Emergono, infatti, i primi nomi per un’eventuale sostituzione, quasi tutte low cost: da Dionisi a Thiago Motta, da Tudor a Palladino. Mentre è impensabile arrivare a Zidane, se non previo taglio dell’ingaggio da parte del francese e un ritorno a Torino di Antonio Conte, che aspetta notizie dalla Milano rossonera e da Napoli.