Europa League

Europa League, il sogno della Roma si frantuma ai calci di rigore

Come nel 1985, la Roma cede ai rigori e recrimina per sfortuna e decisioni arbitrali discutibili, che potrebbero aver indirizzato la vittoria dell’Europa League dalle parti di Siviglia, ormai esperta conoscitrice della competizione, vinta 7 volte in 7 occasioni avute. Ai giallorossi rimane la sensazione di essere riusciti a sfiorare l’impresa di vincere due volte di fila in Europa, arrivando a un soffio dal bissare il successo in Conference League dell’anno passato. E questo conferma, anche in una stagione da zero titoli, il buonissimo lavoro svolto da Mourinho in termini di mentalità acquisita, più che di gioco e di risultati.
La Roma è diventata una squadra formato europeo, lo ha confermato tenendo sotto scacco il Siviglia per oltre un’ora di gioco, cedendo soltanto nella ripresa il dominio del campo, complici le uscite degli acciaccati Dybala e Abraham.Quando Mourinho si è ritrovato costretto a togliere pure Pellegrini e Matic, ormai spompati, si è capito che difficilmente la Roma avrebbe potuto spuntarla. E invece l’occasione più nitida nei supplementari l’ha avuta Smalling con quel colpo di testa che si è schiantato sulla traversa, in pieno recupero, di una partita lunghissima, la più lunga di tutta la storia del calcio. Ai rigori si è quindi consumata la sconfitta, complici gli errori di Mancini e Ibanez, che ha sprecato una ghiotta chance nella ripresa. Infallibile il Siviglia, con Lamela che ha segnato uno dei 4 rigori, ma che avrebbe potuto pure non tirarlo per quella gomitata rifilata a Ibanez nei supplementari, pagata soltanto con un cartellino giallo.
Il futuro di Mourinho, ora, terrà banco nelle prossime settimane. L’allenatore ha già dichiarato di non essere certo di rimanere in giallorosso, forse stanco di competere su tre fronti con una rosa ridotta all’osso, con tanti giovani emergenti e pochi campioni. Senza la Champions League, i Friedkin difficilmente accontenteranno Mourinho, che chiede una squadra forte per vincere in Italia e ancora in Europa.
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