Ha preso tutti in contropiede, Zlatan Ibrahimovic, annunciando l’addio al calcio giocato.
Si è defilato in pompa magna, come è stata tutta la sua carriera, ma tra le lacrime, probabilmente le prime versate da calciatore. Erano tutti lì ad ammirarlo, ieri sera, al Meazza dopo il 3-1 al Verona. I suoi compagni di squadra, visibilmente commossi, come tutti i tifosi presenti sugli spalti. “Ho vissuto una carriera lunga, mi ha dato tanta forza, adrenalina ed emozioni – ha dichiarato l’ormai ex attaccante in conferenza stampa -. Oggi è la mia ultima giornata da professionista, ringrazio il Milan e tutte le altre squadre in cui ho giocato; la nazionale svedese e tutte le persone che mi hanno aiutato. Cosa farò in futuro? Vedrò. Il dirigente? Ora non ci penso, c’è troppa emozione e poi fare l’allenatore o il dirigente richiede una grande responsabilità. Devo prendermi del tempo per riflettere bene”. Se l’addio al Milan era ormai scritto, l’annuncio del ritiro ha colto tutti di sorpresa. C’è chi ipotizzava un suo approdo al Monza, per completare il viaggio iniziato oltre due decenni fa e per ritrovare chi, tra tanti, gli ha dato fiducia: Galliani e Berlusconi. Non sarà così. Ibrahimovic si ritira: “Quando mi sono alzato stamattina (ieri, ndr), pioveva e ho pensato che pure Dio è triste. Neppure la mia famiglia sapeva della mia decisione, non l’ho detta a nessuno, volevo che lo sapessero tutti insieme. Sono triste, perché ho fatto il calciatore tutta la mia vita, il calcio mi ha fatto diventare uomo e vedere tutto il mondo. Il Milan mi ha fatto sentire a casa, questa squadra è come una seconda famiglia, è come avere 25 figli. A San Siro piangevano tutti, io sono Superman, ma anche Superman ha un grande cuore”, ha proseguito Ibrahimovic. Infine, un pensiero a Mino Raiola: “Quando se n’è andato è stato tutto strano, avevo sempre fatto tutto con lui e mi sono ritrovato da solo, senza nessuno al mio fianco. Mino mi avrebbe detto di continuare a giocare per avere la sua commissione”, ha concluso ridendo lo svedese.