Quella di Cristiano Giuntoli è stata una scelta di cuore: “Mio padre era un grande tifoso della Juventus, mi ha inculcato la juventinità fin da piccolo”, ha dichiarato il neo direttore sportivo bianconero ai microfoni di Juventus TV, nel giorno della sua presentazione ufficiale. La Juventus lo ha fortemente voluto, ha atteso che tutti gli ingranaggi andassero al loro posto e che il Napoli desse il via libera alla partenza del dirigente, fresco di titolo di campione d’Italia con gli azzurri.
Ha firmato un contratto di 5 anni, ha già visitato la Continassa, incontrato gli altri dirigenti, tra cui il dg Calvo e avviato le prime operazioni di mercato, soprattutto in uscita. A 51 anni, Giuntoli ha coronato il suo sogno: “Ero piccolino, mi facevo 8 ore di pullman partendo da Prato per andare a vedere la Juventus. Per me è motivo di grande soddisfazione, un’emozione incredibile essere qui”.
Da Firenze, dove è nato, al bianconero della Juventus, passando per Spezia e Carpi, fino agli 8 anni al Napoli. Un’escalation straordinaria, passi da gigante meritati, tra gavetta e vittorie ottenute sul campo: “Parlare di sé stessi è sempre difficile, dico solo che dobbiamo lavorare più degli altri, soltanto il tempo dirà se avremo fatto bene oppure no. Mi sento di essere un grande lavoratore, metto da parte me stesso e ragiono con un ‘noi’: tante teste, ma un solo cuore”.
Ora, smaltita l’emozione per la presentazione di rito, tocca fare i conti con il mercato. Si lavora sulle cessioni di chi non farà parte del progetto: da Alex Sandro a Zakaria, da Pellegrini a McKennie, fino ad Arthur, proposto al Monza, con scarsissimi risultati. Non è da escludere neppure la partenza di Pogba, oggetto misterioso la scorsa stagione, corteggiato pure lui dagli arabi.