Lo chiamavano “Basletta” per via del suo mento pronunciato. Giovanni Lodetti, straordinario interprete del Milan di Nereo Rocco, è scomparso ieri all’età di 81 anni, compiuti lo scorso 10 agosto. Campione d’Europa nel 1968 con l’Italia di Gigi Riva e Anastasi, Lodetti ha rappresentato, prima di tutti, e prima di Oriali e Gattuso, lo spirito del centrocampista tignoso e combattivo, sacrificandosi con corsa e pressing per il bene della squadra.
Con il Milan ha vinto tutto, 2 scudetti, 2 coppe dei campioni, 2 coppe delle coppe, una coppa intercontinentale, una coppa Italia. Il club rossonero, appena la notizia della morte di Lodetti è stata resa pubblica, lo ha omaggiato con un post sui canali social: “Un amore infinito il suo per il Milan, per tutti i suoi compagni di squadra e amici rossoneri – si legge nel comunicato -. Ha corso e lottato, ha vinto e vissuto con la maglia della sua vita, il Lodetti”.
Quindi un abbraccio “alla signora Rita, e al figlio Massimo, per la perdita dell’inimitabile Giuanin, il nostro indimenticabile Basletta”. Cresciuto nel Milan, debuttò in prima squadra nel 1961 e vinse subito uno scudetto (l’ottavo della storia del club rossonero). Nel 1970, con l’arrivo di Romeo Benetti, il Milan decise, a sorpresa, di venderlo alla Sampdoria, dopo aver collezionato 216 presenze e 16 gol (il primo, nel 1963, contro il Vicenza).
Con i blucerchiati disputò altre quattro stagioni in massima serie, per 117 gettoni complessivi, fino alla partenza per Foggia, dove per la prima volta si confrontò col campionato di Serie B. Altri due anni in rossonero, stavolta dei pugliesi, e poi l’ultima esperienza da calciatore, con la maglia del Novara, con cui retrocesse in C nel 1977. Un anno dopo appese le scarpette al chiodo. Negli anni 90 e duemila, Lodetti è stato un apprezzato opinionista televisivo.