La talpa o le talpe di Fabrizio Corona iniziano a perdere colpi. Prima “l’errore” commesso su Nicola Zalewski della Roma, poi l’indiscrezione sballata su Nicolò Barella, tirato in causa da Maurizio Petra, spifferatore seriale intervistato da tv e giornali, che poi ha ritrattato in 24 ore, non appena il centrocampista dell’Inter ha annunciato di aver dato mandato ai suoi legali per tutelare l’immagine sua e della sua famiglia, contro chi si permette e permetterà di tirarlo nuovamente in ballo in una faccenda che non lo vede affatto protagonista.
“Sul nome di Barella mi sono sbagliato. Antonio e Zaniolo parlano di altri giocatori”, ha detto Petra, intervistato dal quotidiano La Verità. Addirittura ci sarebbe un file consegnato al suo avvocato, dentro cui ci sarebbero scomode verità, e pure un testamento, “che l’avvocato mi ha impedito di aprire”. Una sorta di garanzia della sua salute.
Se è vero che Fagioli e Tonali, i primi a finire nel mirino di Corona, hanno confessato la loro ludopatia (Tonali ha pure dichiarato di aver giocato sul Milan, rischierà qualche mese in più di squalifica rispetto a Fagioli, già fermato dalla giustizia sportiva), gli altri accusati, a partire da Zaniolo, hanno categoricamente smentito un loro coinvolgimento. Su Zalewski, El Shaarawy, Barella e Casale non ci sarebbe alcun elemento compromettente.
Intanto Petra si è detto pentito e dispiaciuto di aver causato problemi a Barella: “Mi voglio scusare con lui, ho sbagliato a nominarlo, mi sono confuso”. Che il caso si stia sgonfiando? Lo sapremo nei prossimi giorni.