Avrebbero voluto tutti andare a festeggiare, consapevoli dell’importanza capitale che la vittoria sulla
Georgia (per nulla semplice, al netto dell’assenza di
Toko Shengelia) ha avuto nella corsa a un posto ai mondiali 2023. Ma in casa
Italia, a meno di una settimana dal debutto a
EuroBasket (venerdì 2 settembre al Forum di Assago c’è da sfidare l’Estonia), tutti i pensieri sono corsi ben presto a sperare che gli esami del caso potessero in qualche modo scongiurare il pericolo di un infortunio grave (l’ennesimo) capitato a
Danilo Gallinari. Che a 34 anni pregustava di preparare il terreno a un ultimo grande biennio in maglia azzurra, fatto appunto di
Europei, Mondiali e Giochi Olimpici. Un proposito che potrebbe essersi dissolto in un amen all’inizio del terzo quarto della gara contro i georgiani, quando su uno scarico di
Mannion il ginocchio sinistro del Gallo, già operato due volte nel 2013 dopo la rottura del legamento crociato, ha subito una torsione innaturale, costringendo il numero 8 azzurro ad abbandonare immediatamente il campo. E per quanto qualcuno si sia sforzato di sostenere che il legamento ricostruito ormai più di 8 anni fa ha resistito,
solo dopo gli esami del caso si potrà avere un quadro clinico più dettagliato e scongiurare che il peggio sia stato evitato. Ma EuroBasket 2022, questo è chiaro, non vedrà il Gallo protagonista, perché l’infortuno è tale da metterlo fuori gioco per un bel po’. Salvo sorprese, al suo posto verrà richiamato
Amedeo Tessitori.
UNA CARRIERA COSTELLATA DA TANTA SFORTUNA
“Prego perché il ginocchio di Danilo non sia rotto. È un peccato non averlo con noi all’Europeo, perché con lui avremmo potuto vincerlo”. Le parole di coach Pozzecco suonano alla stregua di una sentenza, con il riferimento al Padre Eterno che indica chiaramente la gravità della situazione. Gallinari in questa estate azzurra stava lentamente riprendendo confidenza con il parquet dopo essere partito un po’ in ritardo rispetto ai compagni. Stava dosando le energie, pronto a salire di tono quando la posta si sarebbe fatta più elevata. In vita sua gli infortuni lo hanno spesso perseguitato, limitandone un talento altrimenti fuori dal comune (almeno per ciò che riguarda il basket italiano): il ginocchio sinistro è stato quello più sollecitato tra legamento crociato e menisco, ma nel tempo non sono mancati problemi alla schiena (nel 2008 dopo il suo arrivo ai Knicks), alla mano destra (due volte fratturata tra 2017 e 2018) e altri di natura muscolare. L’ennesimo crack potrebbe rivelarsi però una mazzata superiore a tutte quelle del passato, specie adesso che per lui si erano aperte le porte di Boston Celtics, pronti ad affidargli un ruolo chiave in uscita dalla panchina e quella chance per il titolo inseguita una vita. Ecco perché una preghiera stavolta meriterebbe davvero di essere esaudita.