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Basket, l’Italia e lo spauracchio Serbia

Giocavamo a casa nostra, ma non siamo stati bravi a sfruttare l’occasione. Perché è poco consolatorio sapere di aver chiuso appaiati al secondo posto nel girone C con Ucraina e Croazia, dietro (come da previsioni) alla Grecia di Giannis Antetokounmpo: la differenza canestri nei tre scontri diretti con ucraini e croati è il motivo per il quale l’Italia di Gianmarco Pozzecco vede ora la strada farsi impervia come poche, perché aver chiuso il girone eliminatorio al quarto posto equivale a una mezza condanna. Agli ottavi, domenica alle 18 alla Mercedes-Benz Arena di Berlino, gli azzurri dovranno vedersela con quel fenomeno di Nikola Jokic, il totem di una Serbia che non ha lasciato scampo alla Polonia nella sfida che ha deciso il primato nel girone D. ma i serbi hanno tante altre frecce al loro arco: Milutinov, Guduric, Mici e Kalinic, giusto per citare i più noti, farebbero la fortuna di qualunque allenatore presente a Eurobasket. Il dato della prima fase è eloquente: i balcanici non solo hanno fatto bottino pieno, vincendo tutte le 5 gare disputate, ma addirittura hanno tenuto in media gli avversari a 21 punti di distanza. Con queste premesse alla cara vecchia Italia servirà ben più di un’impresa per riuscire a sfangarla.
Tre settimane fa ad Amburgo, in un test amichevole in vista di Eurobasket, gli azzurri fecero un figurone al cospetto di una nazionale serba ancora in rodaggio. Che vinse dopo aver rincorso per 37’, trovando nel finale di partita il modo per chiudere le porte in difesa e segnare con continuità in attacco (decisive un paio di giocate di Jokic e Kalinic). E dire che quel giorno, come poi i capitato durante tutto il torneo continentale, l’Italia era priva di Danilo Gallinari, che contro i giganti serbi sarebbe servito come il pane. Perché la Serbia ha centimetri in abbondanza sotto canestro, cosa che invece alla nazionale del Poz manca quasi del tutto: a prendere in consegna Jokic sarà una volta di più Nick Melli, fresco di festeggiamenti per le 100 presenze in azzurro, che dovrà sfornare una prestazione sopra la media per tentare di arginare la fonte di gioco dei serbi. Al resto dovrà badare poi Simone Fontecchio, che ad Amburgo segnò 25 punti punendo i blocchi un po’ pigri degli avversari. La Serbia magari contro le squadre piccole può anche fare un po’ più fatica, ma considerarla vulnerabile è comunque un azzardo. Se l’Italia si ritroverà davanti ai favoriti per la vittoria finale (e ai quarti semmai contro la vincente di Turchia-Francia) è perché ha pagato a carissimo prezzo il ko. con l’Ucraina nella terza gara del girone. Poi la Croazia ha fatto i suoi calcoli e ha preferito vincere di misura contro gli ucraini e finire terza, evitando la parte peggiore del tabellone (sfiderà la Finlandia). Biscotto? No, semplice convenienza. E la FIBA resta muta a guardare…
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