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Basket NBA, Durant resta ai Nets

Brooklyn - April 25: The Celtics Jayson Tatum and the Nets Kevin Durant shared a lengthy hug following the Boston victory. The Boston Celtics visited the Brooklyn Nets for Game Four of their first round NBA playoff series at Barclays Center in Brooklyn, NY on April 25, 2022. (Photo by Jim Davis/The Boston Globe via Getty Images)

PACE FATTA CON IL FRONT OFFICE: RESTA ANCHE IRVING
Tanto rumore per nulla. A Brooklyn, forse, sapevano perfettamente di voler bluffare un mese fa, quando la richiesta di trade avanzata da Kevin Durant e Kyrie Irving aveva finito per creare il caos in buona parte delle restanti 29 franchigie NBA, intorpidendo al contempo un mercato bloccato proprio in attesa dei sconquassi annunciati. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, o forse come in questo caso l’oceano: troppo alte le richieste dei Nets per scambiare i loro due giocatori di punta, i quali una volta capita l’antifona hanno deciso di tornare a più miti consigli, accettando di sedersi attorno a un tavolo e dichiarando pace a coloro che avevano criticato urbi et orbi. Stranezze non nuove nel dorato mondo della pallacanestro a stelle e strisce, e chissà se davvero Durant e Irving siano contenti di restare nella grande mela, decisi a giocarsi le loro carte da titolo dopo tre annate condizionate da tanti, troppi problemi. Con Ben Simmons ormai pronto a tornare in gioco dopo un anno sabbatico, sulla carta Brooklyn ha tutto per poter pensare in grande: a Est la concorrenza non manca, ma se quei tre dovessero star bene fisicamente e trovare l’intesa in campo, allora per gli avversari i guai non tarderebbero ad arrivare.
CON DURANT, IRVING E SIMMONS I NETS SOGNANO IN GRANDE
La scelta di Durant, alla quale è legata a doppio filo quella di Irving (che piace ai Lakers, ma che dovranno puntare a qualche altro prospetto per “scaricare” Westbrook), è figlia anche dell’impossibilità delle pretendenti di offrire pacchetti tali da invogliare i Nets allo scambio. Phoenix e Miami, le due destinazioni più gradite, non hanno voluto smantellare i loro roster per prendere un 34enne sul quale incombe qualche dubbio di tenuta fisica. Boston (a parole) ha detto di non aver mai offerto Brown e Smart (forse lo dice per rimediare a qualche reazione stizzita dei diretti interessati) e quindi di non essere mai stata interessata a Durant, Atlanta, Toronto e Memphis non avevano abbastanza qualità e picks da poter inviare a Brooklyn. Alla fine Durant ha capito che restare dove stava era la cosa migliore che potesse fare: ha chiarito alcune affermazioni sopra le righe rivolte all’indirizzo di Steve Nash e Sean Marks, coach e GM della franchigia, e ha trovato il perdono del proprietario Joe Tsai, che si era apertamente schierato dalla parte dello staff tecnico quando KD aveva affermato di volersene andare per incompatibilità con l’allenatore.
La pace è stata “firmata” a Los Angeles, magari per trarre ispirazione da Hollywood in vista di una stagione che per i Nets potrebbe rivelarsi campale. Il front office dei Nets, che ha resistito nella tempesta, è il vero vincitore dell’estate: sai mai che tra 10 mesi per le strade di Brooklyn non ci scappi pure una bella parata della vittoria…
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