Una rondine non fa primavera, figurarsi su un altopiano spagnolo dove anche il 25 agosto è la nebbia a farla da padrona. Una nebbia talmente fitta che qualcuno ha avuto pure da ridire, poiché ha finito un po’ per nascondere la grande impresa compiuta da Remco Evenepoel in quello che ha rappresentato il primo vero test in salita dell’edizione 2022 della Vuelta. E che forse ha detto una verità che molti sussurravano da tempo, ma che mai prima d’ora si era manifestata in tutto il suo splendore: il talento belga è davvero quel che si definisce un corridore a 360 gradi, capace di essere competitivo come pochi nelle corse di un giorno ma anche in grado di tentare di lanciarsi alla conquista di un grande giro. Sempre per il fatto che una rondine non fa primavera bisognerebbe andarci cauti, evitando giudizi affrettati: la Vuelta è appena cominciata e Remco deve ancora scoprire il “dolce peso” delle gambe nella terza settimana di corsa, dal momento che nell’unico altro grande giro che ha affrontato (il Giro d’Italia 2021) s’è visto costretto al ritiro dopo la brutta caduta lungo la discesa del Passo San Valentino. Ma gli indizi emersi dopo le prime 6 tappe vanno tutti in una direzione: se questo è davvero il primo vero banco di prova del belga in un GT, gli avversari forse dovranno cominciare davvero a preoccuparsi.

LA CRONO COME AMICA, MA OCCHIO ALLA PRESSIONE

La preparazione in altura a Livigno era parsa già un segnale chiaro circa la volontà di Evenepoel di fare un upgrade e dimostrare al mondo di poter vincere anche una corsa a tappe di tre settimane. L’azione portata a termine sul Pico de Juan è stata un piccolo manifesto del suo enorme talento: ha attaccato quando la salita era appena cominciata e ha staccato via via tutti i rivali tranne uno, quell’Enric Mas che una volta tanto ha dimostrato che c’è vita anche sul pianeta Spagna, finalmente pimpante come in casa Movistar auspicavano vedere da tempo immemore. Ma la corsa l’ha fatta saltare Remco, che ha messo a nudo i limiti nelle salite lunghe del Roglic versione 2022 (la condizione dello sloveno non è al top) e soprattutto tagliato fuori gente come Carapaz, Higuita e Lopez, per i quali le ambizioni di vittoria finale possono essere considerate ormai assai flebili. E anche per Yates e Hindlej la strada che conduce a Madrid s’è fatta tortuosa più del previsto. Evenepoel è un talento come pochi, e magari senza il tremendo botto al Lombardia del ferragosto 2020 avrebbe potuto rivelarsi ancora prima. Ora che ha calato le carte dovrà imparare a gestire la pressione: la crono di martedì gli servirà per accumulare secondi sui rivali e preparare la “difesa” nella seconda parte della Vuelta. È dove voleva essere, ma la strada che conduce a Madrid è ancora lunga e piena di salite.