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Mondiali ciclismo, Evenepoel è il nuovo campione

Ci voleva un ragazzino, mancato calciatore, per spezzare il digiuno mondiale che da un decennio attanagliava il Belgio: tutti a Wollongon aspettavano Van Aert e invece ecco spuntare fuori Remco Evenepoel, non proprio una sorpresa ma comunque una divagazione sul tema per chi pensava che il capitano nello squadrone belga fosse il famelico cacciatore di classiche fiammingo. Perché in fondo questo mondiale somigliava tanto a una classica, con lo strappo di Mount Pleseant ai -7 dalla fine del circuito (da ripetere 20 volte) che strizzava l’occhio agli avventurieri. Solo che Remco li ha messi tutti nel sacco, anticipando gli altri big quando alla fine della corsa mancavano due giri esatti, come se sotto lo striscione del traguardo fosse scattata in lui la scintilla per lanciarsi alla conquista di una maglia iridata che profuma di storia.

Solo Lutsenko ha resistito all’attacco di Evenepoel, ma quando la strada ha cominciato a salire non c’è stato modo di tenergli la ruota: una sorta di cronometro di 25 chilometri ha consacrato Remco, che da giovane giocava a calcio (è stato anche nazionale giovanile) perché il papà non voleva che facesse il corridore, lui che era stato professionista e ben conosceva la fatica del mestiere. Ma il figlio a un certo punto ha fatto tutto di testa sua, un po’ come gli capita spesso di fare in corsa: istintivo, impulsivo, a tratti anche troppo esuberante, il nuovo campione del mondo ha bruciato ogni sorta di tappa, irrompendo sulla scena come fosse un predestinato e anzi dovendo persino aspettare un anno e mezzo dopo il tremendo botto al Giro di Lombardia 2020, quando rischiò persino la vita dopo una tremenda caduta da un ponte. Se la Vuelta ne aveva consacrato il talento e la testardaggine nel voler inseguire la vittoria in un grande giro, il Mondiale l’ha reso già leggenda.

L’ITALIA STRAPPA LA SUFFICIENZA. VAN DER POEL, NOTTE IN CELLA!

Quello dell’Italia si sapeva che sarebbe stato un Mondiale complicato, ma alla fine la nazionale di Bennati se ne torna a casa persino con qualcosa su cui recriminare: detto che Remco era fuori categoria per chiunque, Trentin s’è giocato una medaglia chiudendo quinto, rimpiangendo di aver perso la ruota di Laporte (secondo davanti all’idolo di casa Matthews) nella volata di gruppo. Bettiol ha chiuso ottavo, ma la gamba ce l’aveva e Rota ha visto sfumare una possibile medaglia per un errore tattico nell’ultimo chilometro. Ma il Mondiale di Wollongong verrà ricordato anche per l’incredibile auto-eliminazione di Mathieu van der Poel, uno dei grandi favoriti: nella notte, a seguito di continui e prolungati rumori molesti creati da alcuni bambini lungo il corridoio dell’albergo dove alloggiava, l’olandese è uscito dalla stanza con fare minaccioso e la polizia lo ha arrestato, rilasciando su cauzione alle 4 del mattino. Il suo Mondiale è durato appena 32 chilometri, ma martedì un giudice lo attende per valutarne il comportamento. Cose dell’altro mondo.

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