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ATP Cincinnati: Torna Coric. È lui il grande favorito?

ATP CINCINNATI, IL RITORNO DI CORIC: BORNA DALL’INFERNO AL PARADISO IN POCHE SETTIMANE

Bisogna prima scendere agli inferi per ritrovare la forza per risalire in alto. E a Borna Coric tutto questo non deve aver dato troppi pensieri: un anno ai box per via di un’operazione alla spalla destra, tanto delicata quanto complicata da smaltire, gli sarà sembrato lungo un’eternità. Ma tornare in auge dopo un periodo di stop così prolungato non era affatto scontato, costretto a districarsi nel mare magnum dei tornei Challenger pur di riguadagnare un po’ di quota in un ranking che inevitabilmente l’aveva spedito lontano dalle posizioni che contano. Quando salutò a Rotterdam a inizio marzo 2021 il croato era numero 26 al mondo, quando è riapparso a Indian Wells dodici mesi più tardi era 167, ma a fine maggio è scivolato addirittura alla 279, complici i deludenti risultati (due vittorie e 7 ko.) registrati nei primi tornei ai quali ha preso parte. E dopo l’eliminazione al Roland Garros per mano di Dimitrov la scelta è stata pressoché obbligata: ripartire dai Challenger per guadagnare fiducia e punti, prendendosi tutti i rischi del caso. Una decisione che alla lunga ha pagato, e di cui adesso Borna comincia davvero a vedere i frutti.

L’AMERICA NEL DESTINO: È LA SUA TERRA PROMESSA

Cincinnati rappresenta per lui un’autentica rinascita, sportiva e non solo. In un torneo dove le teste di serie più attese sono cadute quasi tutte all’unisono (restano in piedi Medvedev e Tsitsipas), Coric ha finalmente ritrovato i colpi dei giorni migliori. E in pochi giorni ha fatto fuori due top ten: Nadal magari non era al top della condizione, ma il croato può dire di essere tra i pochi a vantare un mismatch favorevole (tre vittorie a due su 5 precedenti)e ha sfruttato l’occasione. Poi è toccato ad Auger-Aliassime cadere sotto i colpi del martello di Zagabria, che ha ritrovato una semifinale in un Masters 1000 dopo 4 anni di attesa: ne aveva disputate due nel 2018, entrambe contro Federer, perdendo a Indian Wells e poi prendendosi la rivincita a Shanghai, quando in finale avrebbe pagato dazio al cospetto di Djokovic. Fu quello il momento più alto della carriera di Coric, che arrivò a un passo dalla top ten mondiale, stabilizzandosi poi negli anni successivi nei primi 30 prima dell’operazione che l’ha costretto a non impugnare una racchetta per 7 lunghi e interminabili mesi. Il dolore che non passava, la paura di non poter tornare e la tentazione di mollare tutto è stata grande, ma in pochi mesi Borna ha ripreso in mano i fili della sua storia riassaporando sensazioni ormai perdute. L’ America è un po’ nel suo destino: agli US Open Juniores del 2013 si rivelò al mondo, a Flushing Meadows nel 2020 s’è spinto fino ai quarti, migliori risultato in uno slam. Contro Norrie, stanotte, proverà a tornare nella top 50 mondiale e continuare la risalita.

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