Site icon CplayNews

Federer, le emozioni della notte della 02 Arena

Quando è andato a servire sul 9-8 del super tiebreak, il mondo ha trattenuta il fiato: non ne aveva mai giocato una prima d’ora (è una novità piuttosto recente..), e forse è stato quel pizzico (pizzico?) di emozione ad aver tradito Roger Federer. Che il match point non l’ha sfruttato, e anzi ha dovuto poi ha dovuto accettare una sconfitta che nulla toglie alla sua incommensurabile grandezza, perché in fondo del doppio di Laver Cup disputato assieme a Nadal, e perso contro gli americano Tiafoe e Sock, il risultato era davvero l’ultimo dei pensieri. La gioia di essersi sentito almeno per altre due ore abbondanti un atleta, invece, non ha avuto prezzo, come le urla e l’affetto dei 20.000 della O2 Arena e delle milioni di persone incollate alla tv o agli smartphone da ogni angolo del mondo, tutte riunite in una sorta di rito collettivo per celebrare un campione di cui già si sentiva e sempre si sentirà la mancanza. Perché Federer una nicchia nell’olimpo degli dèi dello sport se l’è già conquistata: eleganza, stile, raffinatezza, classe e potenza allo stesso tempo sono tutte qualità che l’hanno reso grande agli occhi della gente, e senza le quali probabilmente il tennis, oggi, non sarebbe ciò che è diventato.

UN PIANTO COLLETTIVO, MA LA TRISTEZZA DIVENTERÀ GRATITUDINE

Il commiato è stato commovente, come facilmente si poteva intuire. Le parole singhiozzate di Roger testimoniano la sofferenza dell’uomo, ma esaltano il coraggio di aver provato a fermare il tempo. Piangono tutti nel box di Team Europe: piange Nadal, il rivale di sempre, l’amico che in tutti i modi ha cercato di sostenerlo anche nell’ultima partita, dove in alcuni tratti lo svizzero ha tradito la ruggine dei 14 mesi di stop e dei suoi 41 anni compiuti ad agosto, ma dove lampi di genio tennistico hanno rischiarato il cielo sopra Londra. Anche Djokovic è commosso, dopo aver urlato di gioia per alcune giocate di quello che è stato anche suo grande rivale, quello col quale ha disputato più incontri (fate 50: Nadal s’è “fermato” a 40). Piangono in tanti sugli spalti, dalla moglie Mirka (ringraziata per la pazienza avuta in tutti questi anni) a stuoli di appassionati di ogni età, che oggi si sentono un po’ più vuoti per aver perso definitivamente la possibilità di vederlo giocare ancora (e forse qualcuno anche per aver speso una fortuna per farlo: fino a 50.000 euro per un biglietto!), ma che domani ripenseranno a ciò che hanno vissuto e loderanno il cielo per essere stati testimoni di un’epoca unica e irripetibile. Roger se l’è goduta tutta e miglior tributo il mondo del tennis non avrebbe potuto fare per omaggiarlo come si conviene a re. God Save the King, c’è scritto su uno dei tanti cartelli sugli spalti: un lungo applauso saluta il più grande tennista di sempre.

Exit mobile version