Oliver Niggli, direttore della Wada, l’agenzia nazionale anti-doping, ha ipotizzato la possibilità di non sanzionare gli atleti risultati positivi ai controlli ma con concentrazioni minime di sostanze proibite: “Apriremo un tavolo di lavoro”. La decisione si è resa necessaria dopo il caso Sinner e la squalifica inflitta a Iga Swiatek, fermata per un mese dopo la positività alla trimetazidina: riscontrata in una concentrazione di 50 picogrammi per millilitro: meno di un milliardesimo di grammo.
Niggli: “Doping, oggi esiste un problema di contaminazioni”
A L’Equipe, Niggli ha dichiarato: “Oggi esiste un problema di contaminazioni. Non è che ce ne siano più di prima, è che i laboratori sono più efficienti nel rilevare le quantità infinitesimali. Questa cosa va gestita. Apriremo un tavolo di lavoro. Le quantità sono così piccole che puoi contaminarti facendo cose banali. Ma la realtà è che sentiamo tante storie e capisco il pubblico, pensa che siamo ingenui, che ci beviamo tutto. È un problema. Se volessimo semplificarci la vita, potremmo fissare delle soglie e non vedere tutti questi casi. La domanda è: siamo pronti ad accettare il microdosaggio? Dove ci fermiamo?”.