Tennis

Tennis, l’addio di Serena Williams

Ripensarci potrebbe anche essere un’idea. Ma a 41 anni ritrovare la voglia e la forza di rimettersi in gioco non è roba da tutti i giorni, specie quando hai una famiglia che ti aspetta a casa e la voglia (quella si) di ampliare la dotazione di pannolini tra le mura domestiche. Il vero motivo per il quale Serena Williams non tornerà su un campo da tennis, non almeno per ambire a vincere quel 24esimo torneo dello slam che la porrebbe in cima alla classifica all time assieme a Margaret Court. Ci sarà ancora una racchetta nel suo futuro, ma quello che s’è consumato nella notte italiana a Flushing Meadows è stato il naturale epilogo di una carriera unica come poche, consegnata già da più di un decennio alla storia e alla quale è mancata solo la ciliegina sulla torta, ma nulla che possa toglierle in qualche modo credito e venerazione. Le che una “venere” in famiglia l’ha avuta sin da bambina, perché Venus è la sorella che l’ha spinta a diventare ciò che è diventata. Senza di lei, ha ammesso candidamente tra le lacrime, nulla sarebbe mai esistito. Una rivalità interna che le ha fatte crescere, spingendole verso mete altrimenti inarrivabili. E su quel dritto finito in rete che ha sancito la sconfitta contro Ajla Tomljianovic s’è spenta una luce che ha brillato per oltre due decenni, cambiando per sempre il volto del tennis femminile, e non solo.
NESSUNO COME LEI: ICONA OLTRE LO SPORT
A New York Serena inseguiva un sogno, pur sapendo che sarebbe stato il più arduo. Il ritorno a Wimbledon dopo un anno di stop le aveva fatto capire che la sua sarebbe stata una missione impossibile: le rivali hanno tratto ispirazione da lei e nel tempo hanno spinto il tennis verso dimensioni ancora più futuristiche. La vittoria al secondo turno contro l’estone Kontaveit, testa di serie numero 2, aveva illuso più d’uno che la favola della più piccola delle Williams potesse realmente avere un lieto fine. La Tomljanovic ha riportato tutti sulla terra, anche se poi l’occasione per avanzare non è mancata: avanti 5-3 nel primo set, Serena s’è fatta rimontare sul proprio servizio cedendo al tiebreak, ripagando la serba con la medesima moneta nel secondo (era avanti 4-0, ha comunque vinto al tiebreak). Nel terzo però la fatica s’è fatta sentire e dopo aver annullato 5 palle match è capitolata ha alzato le mani. “Ringrazio mio padre, mia madre e ogni singola persona che mi ha portata fin qui, e voglio ringraziare Venus: senza di li non ci sarebbe stata Serena”. Mentre singhiozza, scorrono i titoli di una carriera unica: 23 slam, 856 partite vinte, 319 in vetta al ranking, quasi 100 milioni di montepremi incassati. Icona in campo, icona fuori: non ci sarà più un’altra Serena, ma è bello essersela goduta così tanto a lungo.
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