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Tennis, pazzi US Open: Alcaraz e Ruud occasione di una vita

Faticano, un po’ come tutti i colleghi, si arrabattano nei momenti più duri, alzano di colpo i giri del motore quando sentono di avere forza per spingere e insistere, si disperano e si rianimano come se non ci fosse un domani. Matteo Berrettini e Jannik Sinner ormai hanno imparato lo spartito a menadito: a Flushing Meadows, in una calda estate americana che ha già prodotto sorprese in serie, hanno deciso di stare al gioco accettando l’idea di prestarsi all’imprevedibilità di un torneo dello slam pazzo come pochi. In fondo è la sintesi perfetta dell’estate dall’altra parte dell’oceano, che ha già prodotto sorprese in rapida sequenza (Carreno Busta vincitore a Montreal, Coric a Cincinnati: l’avreste mai detto?) e che rischia di produrne almeno un’altra bella grossa, dal momento che chiunque alzerà il trofeo all’Artur Ashe domenica prossima potrà brindare al primo titolo slam in carriera.

Comunque vada sarà un successo, anzi, un inedito: l’Italia ha il 25% di possibilità di farcela, avendo due atleti nei quarti, tanti quanti ne ha la Russia (si può dire?…) con Rublev e Khachanov, mentre Kyrgios, Alcaraz, Tiafoe e Ruud tengono alta la bandiera di Australia, Spagna, Stati Uniti e Norvegia. Se volete indovinare il pronostico, fate pure: la soluzione più logica vorrebbe la tavola imbandita per l’ascesa definitiva di Carlos Alcaraz, una sorta di consacrazione precoce di un talento destinato a prendersi la scena nel decennio che verrà. Ma nessuno se la sente di dire che il murciano sia il vero favorito. Anche se per lui la posta varrà doppio.

ANCHE NADAL È ANCORA IN GIOCO, MA DIPENDE DAGLI ALTRI

Perché vincendo il torneo il giovane Carlos agguanterebbe la vetta del ranking ATP a soli 19 anni, 4 mesi e 7 giorni, abbattendo un record assoluto di precocità e togliendolo all’australiano Leyton Hewitt (20 anni, 8 mesi e 23 giorni). Potrebbe persino bastargli arrivare in finale, a patto che l’avversario non fosse Ruud, l’altro contendente del trono mondiale rimasto in gioco (a quel punto, chi vince si prende US Open e prima posizione ATP). La certezza è che lunedì prossimo Daniil Medvedev lascerà la vetta dopo la sedicesima settimana di permanenza, complice la battuta d’arresto contro Kyrgios.

La Spagna avrebbe pure un’altra cartuccia da sparare per ambire alla numero uno: Rafa Nadal si era portato avanti col lavoro nei mesi precedenti e se Alcaraz e Ruud non dovessero avanzare fino alla finale, allora il trono tornerebbe dopo due anni e 7 mesi nella giurisdizione del mancino di Manacor, battuto da uno strepitoso Tiafoe agli ottavi. L’altro pretendente di inizio torneo, il greco Tsitsipas, ha salutato molto in anticipo. Alcaraz, Nadal, Ruud: lunedì la vetta del ranking ATP vedrà inciso uno di questi tre nomi.

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