I TANTI INFORTUNI INTERROGANO JANNIK SUL SUO FUTURO

I numeri, prima di tutto: con 45 vittorie e 14 sconfitte collezionate da gennaio in poi, al netto degli incontri di Davis Cup, Jannik Sinner è tra i quattro tennisti al mondo con il miglior rapporto tra gare giocate e vittorie conquistate (gli altri tre? Naturalmente Alcaraz, Nadal e Djokovic). Eppure c’è una classifica nella quale non ammette competitor: è quella degli infortuni e degli stop forzati, con ben 4 partite nelle quali ha dovuto alzare bandiera bianca prima del tempo (quindi le sconfitte “reali” sono 10). Il problema non è di poco conto: Sinner quest’anno ha giocato tanto, ma s’è visto costretto anche a fermarsi a più riprese, tanto che l’ultimo infortunio alla caviglia destra patito nella semifinale di Sofia contro Holger Rune gli ha fatto perdere il torneo nella capitale bulgara (dove aveva vinto le due precedenti edizioni), l’ATP 500 di Astana che si sta giocando in questi giorni in Kazakistan e soprattutto l’ATP 250 di Firenze in programma la settimana prossima, dove sarebbe stato testa di serie numero 1 e dove tutti sognavano il primo duello con Berrettini. Niente di tutto ciò: l’ennesimo stop stagionale ha messo Jannik in infermeria, e di fatto gli precluderà anche la strada (comunque impervia) con la quale avrebbe tentato di rientrare in gioco per le Nitto ATP Finals di novembre, a Torino.

UN ELENCO TROPPO LUNGO: COSA PUÒ SUGGERIRE IL PASSATO

Vista da fuori sembra quasi una… Corea: la gestione degli infortuni stagionali di Sinner di per sé non è mai stata frettolosa o superficiale, ma semmai tradiscono gli effetti di tante battaglie su un fisico che appare ancora un po’ fragile e non sempre in grado di sollecitare gli sforzi profusi nelle sfide più complicate. Dopotutto quasi tutti i problemi riscontrati sono stati di natura traumatica: ci si poteva far poco con le vesciche al piede destro emerse a Miami a fine marzo, così come con l’infiammazione al ginocchio sinistro che l’ha costretto al ritiro al Roland Garros contro Rublev, o ancora appunto alla caviglia destra infortunata a Sofia contro Rune, già sollecitata abbondantemente a Wimbledon contro Djokovic quando cadde nel corso di un match maratona, perso al quinto set. La genesi di tutti i mali fu il Covid contratto prima della trasferta di Rotterdam, quindi al ritorno dall’Australia (a fine gennaio), seguita poi dall’indisposizione che l’aveva costretto al ritiro prima del match con Kyrgios a Indian Wells. In mezzo, a maggio, anche un problema all’anca rimediato contro Tsitsipas agli Internazionali d’Italia. Insomma, nessun problema muscolare o ad esso riconducibili, ma tanti traumi che forse consigliano di lavorare di più sul fisico e sulle articolazioni, per renderle salde al punto giusto. Perché di talento Sinner ne ha da vendere: sprecarlo con troppi forfait sarebbe un peccato.