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Vuelta, l’ascesa di Evenepoel: Remco alla prova del nove

VUELTA, L’ASCESA DI EVENEPOEL: REMCO ALLA PROVA DEL NOVE
I grandi giri non si vincono in una settimana, perché ne contemplano tre nel loro menù. Ed è questo il vero punto di domanda di chi si appresta a parlare oggi di Remco Evenepoel: riuscirà il talento belga a tenere botta sulle ripide salite spagnole durante tutta la seconda parte della Vuelta? Un quesito logico, ma dall’esito o dalla risposta assai complessa. Intanto perché sin qui la corsa iberica ha detto che Remco ha fatto davvero le cose in grande: per preparare la prima vera corsa a tappe di tre settimane della sua giovane carriera (vero, c’è stato il Giro 2021, ma arrivava dopo i mesi passati a casa per via del tremendo botto al Lombardia 2020, quando rischiò persino di restare paralizzato) s’è fatto tre settimane di ritiro in altura, a Livigno, scalando per tre volte il Mortirolo. Perché sapeva che sarebbe servita una gamba importante e una resistenza non da meno se avesse voluto per davvero tentare di spodestare Primoz Roglic dal podio di Madrid, monopolizzato dallo sloveno negli ultimi tre anni. Lo scetticismo attorno a Evenepoel non è una novità, ma in pochi fino a una manciata di giorni fa davano credito alle legittime ambizioni del capitano della Quick-Step Alpha Vynil. Che invece in gara ha sorpreso, tanto da mettere tra sé e il resto del gruppo distacchi rilevanti alla vigilia del giorno per lui più atteso.
LA CRONO PER SPICCARE DEFINITIVAMENTE IL VOLO
Perché la Vuelta che dopo il secondo giorno di riposo partirà da Elche, destinazione Alicante, con una cronometro bella piatta e persino con dislivello a favore, sembra fatta apposta per esaltare le qualità del giovane Remco. Che s’era appuntato la crono come punto focale del suo ambizioso progetto di arrivare a vestire la maglia rossa in Plaza de Cibeles. La prima settimana però ha raccontato un copione differente: perché Evenepoel in salita ha tenuto (e già questo non era scontato), ma soprattutto perché ha attaccato sulle due ascese più rilevanti, vale a dire gli arrivi di Pico de Jano e Les Praeres, facendo intendere ai rivali di star bene come mai lo era stato in passato. Se qualcuno cercava una risposta, Remco gliel’ha offerta senza fronzoli: ha attaccato su un terreno per lui inesplorato, ha assottigliato il gruppo degli antagonisti mandando fuori classifica gente come Carapaz, Landa, Higuita, Carthy, Geoghegan Hart, Hindley e Sivakov, ha spedito già a debita distanza Yates, Ayuso e Rodriguez. Soprattutto ha rifilato un paio di minuti secchi a Roglic, che non è al meglio e che sta resistendo fin troppo al ritmo indiavolato del belga. E alla fine ha dato un minutino anche a Enric Mas, si qui apparso l’unico reale antagonista, destinato però ad allontanarsi dopo i 30 km della crono in terra valenciana. Dove Remco proverà a spiccare definitivamente il volo, badando poi a come difendersi.
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