Nel Regno Unito si è ripreso a giocare a calcio dopo la morte della Regina Elisabetta. Nella serata di martedì Liverpool e Tottenham hanno disputato i rispettivi incontri di Champions League, inoltre sono andati in scena anche diversi match dei campionati inglesi (dalla Championship in giù) e irlandese. Commemorazioni, minuti di raccoglimento, lutti al braccio: così le squadre britanniche hanno ricordato l’amata Regina. Ma un episodio ha fatto scalpore: durante il minuto di raccoglimento prima del calcio d’inizio di Wigan-Huddersfield, James McClean, esterno irlandese del Wigan, si è dissociato dai compagni di squadra e dagli avversari e non ha partecipato alla commemorazione. McClean, pur indossando la fascia nera intorno al braccio, si è allontanato, a capo chino, dai compagni di squadra che, abbracciati, hanno ricordato la Regina. La scelta non si è discostata troppo dal comportamento assunto dal calciatore classe 1989, negli ultimi anni. Nato in Irlanda del Nord, dopo aver giocato qualche gara con l’Under 21 del suo Paese, ha preferito difendere i colori dell’Irlanda. Una decisione anti-monarchica, a tinte repubblicane: una forma di protesta, come fu quella inscenata lo scorso 11 novembre, quando scelse di non indossare il simbolo del papavero sulla maglia, nel giorno del Remembrance day durante il quale si ricordano i soldati delle forze armate britanniche caduti nel corso delle Guerre Mondiali. Quel giorno giocava nel Sunderland: venne minacciato di morte dai suoi ex tifosi perché, secondo loro, aveva mancato di rispetto l’Inghilterra, il Paese che lo ospitava e la Regina. Lui si difese affermando che non avrebbe mai potuto mostrare rispetto verso i soldati britannici, alcuni di loro responsabili dell’uccisione di 14 manifestanti nord-irlandesi nel 1972.