Bruttina, ma mai così in alto dal 2019 ad oggi. La Juventus, dopo l’1-0 al Lecce, ha riscattato, almeno in parte, il passo falso col Sassuolo, rimettendosi in marcia verso il primo posto e la qualificazione alla prossima Champions League. Tredici punti in 6 giornate, non se ne vedevano così tanti in casa bianconera dalla stagione 2019-2020, quella che consegnò alla Juventus il suo nono scudetto di fila, con Maurizio Sarri in panchina. Allora furono 16 i punti ottenuti, ma i 13 meritati da Danilo e compagni sono già un piccolo passo in avanti dopo le pessime ultime stagioni vissute.
Contro il Lecce non si è vista una bella Juventus, anzi. L’1-0 finale è maturato alla maniera di Allegri, con il minimo sforzo e senza il bel gioco che, invece, si era intravisto a Udine e contro la Lazio allo Stadium. Alla Juventus serviva vincere, e così è stato. Con Vlahovic, accomodatosi in panchina, ci ha pensato Milik a risolvere una pratica spinosa, contro un buon Lecce, resistente alle folate bianconere fino al gol del polacco.
Dagli spalti non sono mancati fischi e mugugni, rimproveri e disapprovazione nei confronti di Allegri e della squadra. Il pubblico paga il biglietto ma non si diverte, ricordando quando allo Stadium ogni partita era una festa di bel gioco e gol, di vittorie e serenità. Di quella Juventus non c’è più traccia, ma già da qualche anno. L’attuale è una squadra capace di battere chiunque e di perdere punti per strada con avversarie di media-bassa fascia. Incapace, però, di reggere alle pressioni di un ambiente affamato di vittorie, che non perdona nulla al minimo errore.