Il caso Acerbi si è allargato a macchia d’olio e quasi ha fatto più clamore l’assoluzione del difensore da parte del giudice sportivo, per assenza di prove concrete, rispetto alla denuncia fatta da Juan Jesus, già durante Inter-Napoli di qualche domeniche fa.
Se da un lato, Acerbi continua a dichiararsi innocente, e a scacciare via le accuse di razzismo, dall’altra il mondo del calcio sostiene la tesi di Juan Jesus. Diversi i messaggi social di vicinanza al difensore del Napoli: da Maignan (pure lui oggetto di insulti razzisti durante un Lazio-Milan, che causarono la chiusura della Curva Nord dell’Olimpico) a Zapata, passando per gli ex calciatori Ze Maria e Zoro. Un coro unanime di appoggio incondizionato a Juan Jesus.
Arrivano, però, dai piani alti della federazione, direttamente dal presidente federale Gravina dichiarazioni pro-Acerbi: “La sentenza va rispettata, c’è una decisione del giudice sportivo che tutti devono accettare, compreso chi non si sente soddisfatto”, spiega Gravina, inviando una frecciatina neppure troppo velata a Juan Jesus. Quindi l’annuncio: “Crediamo alle parole di Acerbi, chi indossa la maglia azzurra si esprime con certi valori. È un bravo ragazzo, quando lo vedrò, lo abbraccerò”.
Anche il Ministro dello Sport, Andrea Abodi è tornato sull’accaduto: “Mi auguro che Acerbi sia in pace con la sua coscienza e chi ha giudicato abbia avuto tutte le informazioni utili per giudicare. La sentenza è il frutto delle valutazioni di ciò che è stato riportato”, ha concluso.
Intanto il Napoli ha già deciso di scendere in campo contro l’Atalanta senza la patch della Lega Serie A sulla maglietta, che esprime la lotta al razzismo. Un chiaro segnale della spaccatura tra il club azzurro e la Lega.