Ci sarebbe l’ombra della frode sportiva sulle scommesse effettuate sui siti illegali dagli indagati Fagioli, Tonali e Zaniolo. Ammonizioni sospette e, purtroppo, partite truccate sono al vaglio della magistratura. La Procura di Torino lavora alacremente, con la paura di dover puntare sul percorso più tortuoso, quello che porta alla frode sportiva. Si pensa che dietro alle puntate effettuate dagli indagati ci sia un giro di partite con risultati aggiustati, per riuscire a ripianare le perdite delle giocate precedenti. Il sollievo, è che almeno per il momento non ci sarebbero indicazioni che farebbero emergere partite truccate, di alcun tipo.
La Procura sta effettuando rilievi sui cellulari e sui tablet sequestrati a Zaniolo e Tonali mentre si trovavano nel ritiro a Coverciano. Prima ancora era capitato a Fagioli, sui cui smartphone erano presenti diversi nomi di calciatori più o meno coinvolti nella vicenda. Il centrocampista della Juventus ha ammesso di aver scommesso su partite di calcio, ma non sulla Juventus. Vuole patteggiare per evitare la stangata dei 3 anni di squalifica, snelliti a 12 mesi.
In ogni caso la sua stagione è praticamente finita, in attesa della sentenza definitiva. Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, tutto sarebbe iniziato il 23 maggio scorso, all’indomani del 4-1 rifilato dall’Empoli alla Juventus, dopo la penalizzazione di dieci punti inflitta ai bianconeri. Gli inquirenti avrebbero chiesto a Fagioli il perché di un incontro avuto con un sospettato nell’inchiesta della Procura sulle scommesse effettuate sui siti illegali.
Gli inquirenti, dunque, sapevano tutto già a maggio. Fagioli ammise di aver incontrato l’uomo e di aver scommesso su partite di calcio. Ne seguì la consegna dei dispositivi elettronici in suo possesso. La Juventus, sempre secondo il Corriere dello Sport, fu immediatamente avvisata, tanto che già a maggio Fagioli scelse di affidarsi, tramite il club bianconero, alle cure di un professionista per guarire dalla sua ludopatia.