E’ accaduto tutto troppo in fretta. Il calcio italiano ha perduto il suo attaccante più forte di tutti i tempi: Gigi Riva è deceduto ieri per un infarto, all’età di 79 anni. Aveva accusato un malore in casa, nella notte tra domenica e lunedì. Il pronto ricovero, le condizioni apparse immediatamente gravi e un intervento di angioplastica, purtroppo rimandato a stamattina, per volere di “Rombo di Tuono”.
Nel pomeriggio di ieri, però, improvvisamente la situazione è peggiorata, fino alla morte dell’ex attaccante del Cagliari e della Nazionale azzurra, campione d’Italia con i sardi nel 1970, campione d’Europa con l’Italia nel 1968 e vice-campione del Mondo due anni dopo in Messico. Ma soprattutto, Riva è stato e lo è ancora, il bomber più prolifico della storia della Nazionale, con 35 reti segnate.
Un traguardo mai raggiunto da nessun altro attaccante che si è succeduto in maglia azzurra, da Baggio a Totti, da Vieri a Del Piero, fino ai giorni nostri. Nella storia per aver rifiutato il corteggiamento di Gianni Agnelli e della Juventus, Riva trascinò il Cagliari allo scudetto, in una terra che lo adottò quand’era poco più che un ragazzino, proveniente dal Legnano. In maglia rossoblù, dal 1963 al 1977, Riva ha segnato 208 reti. Nel 1986 divenne presidente, dal 2019 era presidente onorario del suo Cagliari che ora, come tutto il calcio italiano, ne piange la scomparsa. Inserito nel 2011 nella Hall of Fame del calcio italiano, dal 1990 al 2013 è stato team manager della Nazionale.
Fu lui a rincuorare Baggio e Baresi a Pasadena nel 1994, sempre lui a Berlino, esultò con gli azzurri di Lippi laureatisi campioni del Mondo