“Sono sempre i sogni a dare forma al mondo”. Questo è quello che ha sempre cantato Luciano Ligabue in una delle sue celebri canzoni, proprio con questo titolo. Gli stessi sogni che nel mondo di Kvaratskhelia hanno trovato conferma in una delle notti più magiche da lui vissute in questa sua giovanissima carriera con la maglia della Georgia agli Europei in Germania. Ma per spiegare meglio la storia c’è da fare un salto indietro nel tempo e riavvolgere il nastro di undici anni quando, Cristiano Ronaldo, è andato in Georgia per inaugurare una sua accademia. Nelle varie foto apparse sui social in queste ore si è notato il campione portoghese accerchiato da tantissimi bambini all’epoca tra cui anche Khvicha. Undici anni dopo, con una carriera ancora tutta da scrivere, proprio quel bambino è riuscito a esaudire il suo sogno, ovvero quello di giocare contro il suo idolo d’infanzia e scambiare la maglietta proprio con lui. E così è stato. Prima le parole in conferenza dette dall’esterno di proprietà del Napoli e poi la partita in cui è stato protagonista nello scrivere la storia della “sua” Georgia perché suo è stato il gol, dopo appena 2′, per portare in vantaggio la sua nazionale che poi ha vinto 2-0, qualificandosi per il prossimo turno al terzo posto nel proprio girone. Al triplice fischio poi si è materializzato il suo sogno perché, proprio Kvaratskhelia, è andato a salutare Cristiano Ronaldo sulla panchina del Portogallo, i due si sono abbracciati e salutati. Poi in spogliatoio l’esterno del Napoli ha messo diversi video e foto sui social: nel primo lui che esulta per l’approdo agli ottavi di finale (affronterà la Spagna) con addosso proprio la maglia di Cr7, mentre nell’immagine ha postato la maglia e il premio di MVP con la scritta “dreams”. Già, sogni. Gli stessi che lui è riuscito a esaudire e in cui racconta una storia importante perché quando credi in qualcosa prima o poi, con il lavoro e il talento, lo ottieni.