Un pizzico di Serie A c’è, nei festeggiamenti dell’Argentina campione del mondo. Un po’ di Juve con Dybala, Paredes e Di Maria, l’Inter con Lautaro Martinez, atteso protagonista rimasto un po’ in sordina, anche se alla fine ha alzato la Coppa con i compagni.
Un successo che sa di consacrazione, in un’annata che non è andata nel verso giusto in campionato la scorsa primavera, ma che ha comunque regalato ottime soddisfazioni al “Toro”. L’Inter ha vinto due trofei, Supercoppa Italiana e Coppa Italia. In entrambi i casi Martinez ha messo il suo zampino, su rigore contro la Juventus nella prima occasione, poi di nuovo contro i bianconeri guadagnandosi il penalty del momentaneo 2-2 (realizzato da Calhanoglu). Nel turno precedente aveva annichilito il Milan segnando due reti in un derby terminato 3-0, ritorno di una semifinale finita senza gol all’andata.
Per Lautaro è stato un anno fondamentale per crescere ancora. Ha 24 anni, tutta una carriera ancora davanti. Senza Lukaku, ceduto al Chelsea un anno e mezzo fa, tornato la scorsa estate ma praticamente quasi mai in campo per infortunio, l’Inter si è affidata al suo “10”. E’ diventato il perno offensivo, il giocatore chiave. Non ha maturato con Dzeko e Correa lo stesso feeling tecnico che ne ha esaltato le doti piazzandosi al fianco di “Big Rom”, ma ha comunque superato i traguardi delle 200 presenze e degli 80 gol all’Inter, diventando sempre più il titolare della nazionale argentina.
In Qatar è partito col freno a mano, ha segnato con l’Arabia Saudita ma il fuorigioco gli ha tolto la gioia della segnatura e ha dovuto aspettare i rigori di Argentina-Olanda per scatenarsi in un urlo liberatorio. Quel penalty, determinante, aveva un peso specifico enorme per la Selecciòn e per lui. Lo ha insaccato, poi si è reso protagonista in finale pur senza entrare nel tabellino marcatori, dando una scossa con il suo ingresso a una squadra tramortita dal furente ritorno di Mbappé e della Francia.
Tornerà a vestire nerazzurro con la voglia di proseguire nella striscia delle vittorie. La situazione economica dell’Inter non fa escludere che possa esserci un addio estivo. Serviranno parecchi soldi, però, per convincere sia il calciatore che il club.