La straordinaria impresa dell’Atalanta, fresca vincitrice dell’ultima Europa League, ha il volto sorridente di Lookman, autore di un’incredibile tripletta agli invincibili (fino a ieri) del Bayer Leverkusen. Ma anche la qualità di timoniere di Gian Piero Gasperini, al suo primo titolo in carriera, e la visione del presidente Percassi, che ha costruito un gioiellino, punto d’esempio di ogni club italiano ed europeo.
Nella splendida notte di Dublino, l’Atalanta ha alzato al cielo l’Europa League, secondo trofeo della sua storia. Il primo risale a epoche lontane, a un altro calcio, alla Coppa Italia del 1963. Travolto il Lverkusen, che mai prima di ieri aveva subito l’onta della sconfitta, tanto in Bundesliga (vinta) quanto in Europa. La Roma ci era quasi riuscita nella semifinale di ritorno, poi s’era vista rimontare sul 2-2, perdendo di vista la finale. L’Atalanta l’ha vendicata con una prestazione mostruosa, due reti nei primi 26’ e il sigillo finale sempre di Lookman, senza mai patire le giocate di un avversario in netta difficoltà.
Dopo 51 partite da imbattuto si ferma la corsa degli uomini di Xabi Alonso. Dopo 8 anni alla guida dell’Atalanta può esultare Gasperini, allenatore spesso sottovalutato, che ha raccolto meno di quanto abbia seminato. Fa festa la tifoseria atalantina, a partire dalle migliaia di tifosi presenti ieri a Dublino, fino a quelli che si sono riversati nelle piazze e nelle strade di Bergamo per festeggiare un’incredibile, ma strameritata vittoria. Fa festa pure l’Italia calcistica, che potrebbe, ora, portare 6 squadre in Champions League, se in classifica tutto restasse invariato. Ci spera la Roma, che domenica potrà raggiungere Atalanta, Juventus, Bologna, Milan e Inter.