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Mondiali 2030, l’Italia ha rifiutato di organizzarlo assieme ad Arabia Saudita e ed Egitto

L’Italia ha rifiutato di organizzare il mondiale del 2030 assieme all’Arabia Saudita e all’Egitto, come forma di protesta per il caso Regeni, il dottorando italiano dell’università di Cambridge, rapito a Il Cairo il 25 gennaio del 2016 e ritrovato morto, il 3 febbraio dello stesso anno.
A rivelarlo è stato il presidente della Figc, Gabriele Gravina, nel corso di un’intervista rilasciata all’emittente televisiva Tv2000. Il massimo esponente del calcio italiano, ha spiegato che il rifiuto è stato motivato “per ragioni di problemi internazionali, legate al caso Regeni, e per la non condivisione di alcuni valori”. E perché “non si può far sempre finta di nulla”.
Gravina non ha lesinato nuove critiche a Roberto Mancini, che lui ha “sempre considerato un amico”, ma che “sul piano umano è stata una delusione”. Il presidente federale ha dichiarato di essersi sentito tradito in un sentimento puro, e che l’addio dell’attuale commissario tecnico dell’Arabia Saudita, “al di là degli interessi personali, è stato una ferita che si fa fatica a rimuovere”.
Non poteva mancare neppure un passaggio sul caso scommesse, che ha coinvolto Fagioli, Tonali, Zanioli e Florenzi: “Si considera colpevole il mondo del calcio, ma non di che cosa. Per la legge italiana scommettere è legale.Ma noi puniamo chi scommette, mentre lo stato no”. Su come uscire fuori da un passaggio a vuoto come questo, Gravina ha risposto “attraverso un processo di formazione, il dialogo tra chi spinge a fare proposte commerciali che invitano a scommettere. È una piaga sociale che ha colpito anche il mondo del calcio”, ha concluso Gravina.
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