Trema De Laurentiis e, di conseguenza, pure il Napoli. Perché il patron dei campioni d’Italia in carica rischia l’accusa di falso in bilancio per le presunte plusvalenze fittizie collegate all’acquisto di Victor Osimhen nell’estate del 2020 dal Lille. Nell’affare da 76 milioni di euro furono inseriti anche Karnezis e tre giovani della Primavera, pressoché sconosciuti, per un valore di 21 milioni di euro.
Lo scambio di giocatori era finito all’attenzione dei pm della Procura di Roma, che ieri ha chiuso l’indagine che vede indagato De Laurentiis, con l’accusa di falso in bilancio. Il legale del patron azzurro, Fabio Fulgeri ha dichiarato che non si tratta di un rinvio a giudizio quanto di una comunicazione di chiusura delle indagini. All’Ansa ha spiegato che: “Il falso in bilancio nella propria ipotesi originaria di reato nasce per l’idea di frodare il fisco, ma in questo caso ciò non è avvenuto, è un’ipotesi già esclusa”.
De Laurentiis non è l’unico indagato, altri membri del Consiglio di Amministrazione del club campano dovranno rispondere delle accuse mosse dalla Procura capitolina.
“Si è chiusa l’inchiesta che era stata archiviata con il riferimento a ipotesi di reati tributari. Ora leggeremo le carte dell’inchiesta, ricordo che questo di oggi non è un rinvio a giudizio ma una chiusura di indagini”, ha spiegato l’avvocato Fulgeri all’Ansa. Il legale ha rivelato che De Laurentiis si recherà in Procura a spiegare l’operazione effettuata con il Lille e a difendersi dalle accuse contestate. “Ci si chiede quale sarebbe il vantaggio tratto dal Napoli, visto che la Procura federale ha già escluso questi presunti vantaggi”, ha proseguito Fulgeri.
Ma cosa rischiano De Laurentiis e il Napoli. Un processo penale, per quanto riguarda il presidente azzurro e i membri del CdA indagati, mentre al club potrebbe essere riservata la stessa sorte toccata alla Juventus la scorsa stagione: una penalizzazione in classifica. I nuovi elementi venuti fuori potrebbero far riaprire il processo sportivo. Toccherà al procuratore federale Chinè verificare, entro 30 giorni, se ci sono novità rilevanti e riaprire il caso. In ogni caso, il Napoli, se condannato, rischierebbe una penalizzazione inferiore rispetto alla Juventus, dal momento che il club non è quotato in Borsa come quello bianconero.