Che fine ha fatto la Roma che avrebbe dovuto far sognare i suoi tifosi, sfoderando la coppia Lukaku-Dybala per impensierire le altre big del campionato? Non c’è traccia dei giallorossi, scivolati nelle retrovie dopo 6 giornate di campionato e con già 3 sconfitte al passivo, l’ultima ieri contro il Genoa, con un pesantissimo e imbarazzante 4-1.
La Roma affonda, incapace di reagire (se non con Cristante per il momentaneo 1-1) agli schiaffi subiti da un avversario meglio messo in campo e più determinato. Male i giallorossi, male pure il loro allenatore, José Mourinho, immobile di fronte a uno spettacolo inquietante, dominato dal più giovane collega Alberto Gilardino. Non è mancato, però, il classico atteggiamento dello special one di fronte alle telecamere, nel ricordare ai presenti che la Roma, con lui in panchina, ha disputato due finali europee di fila. Ma è altrettanto vero, gli hanno fatto notare, che la Roma non partiva così male dal 2010, quando Claudio Ranieri fu costretto a dimettersi per fare posto a Montella.
Mourinho ha, a modo suo, criticato la rosa a disposizione (un classico ormai), adducendo alla partenza di Ibanez i motivi delle difficoltà difensive della squadra. “La rosa è questa, non c’è tempo per piangere”, ha dichiarato l’allenatore portoghese, che è sembrato pure tanto sconsolato, più che altro di fronte all’incapacità di dare una fisionomia alla sua squadra. Lukaku e Dybala impalpabili, centrocampo leggero, difesa disordinata. Il tutto davanti allo sguardo incredulo di Francesco Totti, ospite al Ferraris, andato via prima del triplice fischio, con la sua Roma sotto 4-1.