La Guardia di Finanza, nel corso dei controlli effettuati presso le sedi di Roma e Lazio, avrebbe portato via almeno 10 computer e 15 cellulari di proprietà dei 16 dirigenti indagati. All’appello manca Claudio Lotito, che essendo un senatore della Repubblica, per l’immunità parlamentare, può vantare più diritti rispetto ai cittadini comuni.
Le procure di Roma e Tivoli stanno indagando sui bilanci di Roma, Lazio e Salernitana. Il club campano è finito nel calderone poiché di proprietà di Lotito fino all’anno scorso. Le ipotesi di reato sono: dichiarazioni fraudolente mediante falsa fatturazione e false comunicazioni sociali. Per la Lazio, inoltre, si parla anche di emissioni di fatture per operazioni inesistenti.
Le due Procure ipotizzano reati tributari, con valori delle quotazioni dei calciatori gonfiati fino al 50% in più del valore normale. Diverse le manovre di mercato finite nel mirino degli inquirenti, a partire da quella tra la Roma e la Juventus, con lo scambio tra Pellegrini e Spinazzola. Per il club capitolino si parla di oltre 40 milioni di euro di operazioni finite sotto osservazione, tra cui quella del trasferimento di Kumbulla dal Verona ai giallorossi, nell’estate del 2020, pochi giorni dopo l’acquisizione del club capitolino da parte dei Friedkin. Proprio l’ex proprietario James Pallotta ha tagliato corto affermando che “non c’è mai stato un problema nelle operazioni di mercato”.
Molto più piccata la risposta di Claudio Lotito, che in un’intervista rilasciata a Il Messaggero ha dichiarato: “Non ho nulla da nascondere e possono perquisire tutto. Ci sono tutti i soldi versati regolarmente anche per Akpa Akpro (una delle operazioni nel mirino degli inquirenti, ndr). Non esistono né scambi né plusvalenze fittizie, né prezzi gonfiati, né compensazione, la Consob ha controllato ogni bilancio. Sembra di stare su Scherzi a parte”.