La squadra di Inzaghi quest’anno ha mostrato due facce: una da campionato e una da Champions League. Un gioco a tratti splendido, per altri, invece, lascivo e ripetitivo. I quindici punti conquistati in nove partite non sono altro che lo specchio di una squadra che, semplicemente, ha fatto fatica. Specialmente con le grandi. E lo dicono i numeri: quattro sconfitte contro, in ordine, Lazio, Milan, Udinese, Roma. Ma ciò che desta più preoccupazione è la tenuta mentale. E non può essere un caso che queste quattro sconfitte siano arrivate in partite in cui l’Inter è andata in vantaggio (eccezion fatta per la Lazio), prima di crollare, fisicamente e psicologicamente. Il calcio proposto in tali gare, inoltre, ha lasciato a desiderare, soprattutto dopo il gol iniziale.
D’altro canto, però, nella competizione europea più prestigiosa, la squadra di Inzaghi ha recuperato dopo la sconfitta in casa contro il Bayern Monaco, battendo il Viktoria Plzen e il Barcellona, prima di strappare un punto preziosissimo proprio in casa dei blaugrana (punti che sarebbero potuti essere tre se Asllani non avesse sbagliato una clamorosa occasione al 94‘). Si noti, però, che il ruolino di marcia positivo iniziato proprio contro i catalani e proseguito nella vittoria, sofferta, contro il Sassuolo, ha un nome e un cognome: André Onana. Senza nulla togliere ad un portiere eccezionale come Handanovic, proprio l’alternanza concessa ai “numeri 1” da Simone Inzaghi potrebbe essere stata motivo di insicurezza e indecisione nella retroguardia nerazzurra. Non può essere un caso che in campionato l’Inter abbia subito quattordici reti in nove partite, mentre in Champions League “solo” cinque in quattro sfide. E non può essere un caso che l’Inter abbia ritrovato sicurezza proprio quando Inzaghi ha deciso a chi affidare la titolarità in porta. La sensazione, dunque, è che non sia il portiere in sé la causa del periodo negativo in Serie A, ma che sia la conseguenza di un’indecisione che potrebbe aver fatto male all’ambiente, alla squadra e alla difesa nerazzurra. Resta da vedere, quindi, quale sarà il destino dell’Inter da qui all’inizio del Mondiale, ormai alle porte, ma comunque distante ancora otto partite.