È stata la notte magica del Napoli e dei tifosi napoletani. Il 4-1 al Liverpool ha lasciato in eredità una squadra potenzialmente letale, che non ha risentito delle partenze illustri dei vari Insigne, Mertens, Koulibaly e Ruiz, che ha saputo ricompattarsi e ripartire di slancio sia in campionato, che in Champions League.Lo stadio Maradona è stato il teatro del trionfo partenopeo: quattro reti, un rigore sbagliato, un gioco sfavillante, contro un avversario fortissimo, rimasto imbambolato di fronte alla furia degli azzurri, alle geometrie di Zielinski e Anguissa (tre gol e un assist in due), alla classe di Kvaratskhelia, sempre più beniamino dei tifosi napoletani, e all’ottima prestazione difensiva degli uomini di Spalletti, con Olivera e Kim sugli scudi. A voler trovare l’unica nota stonata di una serata da incorniciare, questa è rappresentata dall’infortunio di Osimhen, uscito a fine primo tempo dopo aver sbagliato il rigore del possibile 2-0. Il nigeriano si è fermato per un fastidio muscolare, Spalletti nel post-gara ha escluso la possibilità di vederlo in campo sabato, annunciando che ci vorranno alcune settimane per poterlo recuperare appieno. Senza il faro del tridente, a fare le sue veci ci penserà Giovanni Simeone, un altro dei volti del magic moment napoletano: l’argentino, al suo debutto in Champions League, ha segnato il gol del momentaneo 3-0, senza riuscire a trattenere le lacrime. Sognava questo giorno da quando era ragazzino: a 14 anni si tatuò sul braccio lo stemma della Champions League. Lo dichiarò nel novembre del 2018, in un’intervista rilasciata da calciatore della Fiorentina, rivelando: “Sono ossessionato dal volerci arrivare, quando ci giocherò e farò un gol, bacerò quello stemma”. Detto, fatto: 3 minuti dopo il suo ingresso in campo, al 44’, Simeone ha realizzato il suo sogno spazzando via il Liverpool. Con l’exploit contro i Reds, il Napoli può lottare con maggiore fiducia per il passaggio del turno in Champions League. E per un campionato da protagonista.