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Ciclismo, i dubbi attorno a Filippo Ganna

DOPO IL FLOP A CRONOMETRO ARRIVANO LE CRITICHE

Ci mancava solo la polemica per la fiamma tricolore sul casco: di tutti i pensieri che si annidano in queste ore nella testa di Filippo Ganna, questo è certamente quello che trova lo spazio minore. Anche perché lui se ne sta ancora in Australia, a Wollongong, una cinquantina di chilometri a Sud di Sydney, dove ha dovuto consegnare suo malgrado la maglia arcobaleno di campione iridato che da due anni gli apparteneva, finita sulle spalle del norvegese Tobias Foss. Una debacle non del tutto inattesa nella forma, certo meno nella sostanza, perché seppure Ganna sapeva di non essere arrivato dall’altra parte del mondo nelle migliori condizioni di forma, mai si sarebbe atteso un cronometro tanto severo, quindi a quasi un minuto di ritardo dal vincitore e a oltre 40 secondi dal podio (ha chiuso settimo). E come se non bastassero già le polemiche sulla scarsa performance, quelle relative al disegno sul casco della ditta Kask hanno trovato ancora più eco in Italia, per giunta a una settimana appena dalle elezioni politiche per la formazione del nuovo governo del Paese. A qualcuno quel riferimento (la fiamma tricolore) ha ricordato il simbolo utilizzato da un determinato partito politico, peraltro quello che nei sondaggi va per la maggiore. Invece si trattava soltanto di un disegno effettuato come tanti altri disegni di caschi fatti negli anni da Stefano Barzaghi, che nelle intenzioni voleva mettere sulla testa di Ganna tre fulmini tricolori. Alla fine s’è trattato solo di una realizzazione mal riuscita. Ma si sa, ogni scusa è buona per alzare un polverone.

MERCOLEDÌ FILIPPO IN GARA NELLA CRONOSTAFFETTA MISTA

Ganna mercoledì tornerà a correre nella crono staffetta mista, dove l’Italia ha ambizioni vere di medaglia. Marco Velo, il commissario tecnico delle prove contro il tempo, non si priverà certo del piemontese, neppure dovesse incappare in un’altra giornata poco felice: domenica Ganna ha detto di aver capito già al mattino presto che le sensazioni non erano quelle dei giorni migliori, nonostante le tappe di avvicinamento al mondiale erano filate via senza intoppi. La tabella di marcia era stata rispettata, poi però nel ciclismo (come nello sport generale) non sempre i conti tornano quando devono tornare. Giovedì il corridore della Ineos Granadiers farà ritorno in Italia, anche perché quindici giorni dopo ha messo in programma il tentativo del record dell’ora sul velodromo svizzero di Grenchen (sabato 8 ottobre, ore 20): vista la condizione mostrata nella crono mondiale più d’uno gli avrebbe suggerito di desistere e rimandare la prova ad altra data, ma Ganna non è tipo da arrendersi e per ora ha tirato dritto. Dopotutto la settimana dopo ci saranno i mondiali in pista, e la condizione dovrà comunque essere affinata.

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