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Eterno Berardi. Firma il rinnovo col Sassuolo fino al 2027

In un calcio di bandiere ammainate, la notizia del rinnovo di Domenico Berardi col Sassuolo ci ha riportato indietro nel tempo, agli anni ruggenti dei calciatori con fissa dimora, legati alla città e alle loro tifoserie più che al dio denaro. Sembra assurdo rallegrarci per così poco, ma quanto accaduto a Sassuolo restituisce linfa vitale a uno sport maltrattato da contratti milionari, dalle fughe verso luoghi esotici che di calcio vero hanno ben poco, ai dietrofront a un passo dall’accordo per qualche euro in più in busta paga. Domenico Berardi è il simbolo di una fede che resiste a vizi e peccati, è l’erede più importante di una generazione di calciatori legati al proprio territorio, alla famiglia, al posto in squadra. Quando nel 2010 lasciò la Calabria per approdare al Sassuolo (avrebbe dovuto firmare prima col Cosenza, alle prese con problemi societari, e poi con la Spal, che lo bocciò al provino), i neroverdi avevano da poco perduto la semifinale playoff per la Serie A, che avrebbero conquistato tre anni più tardi, dominando il campionato cadetto anche grazie ai gol di Berardi: 11 in 37 presenze. Nel 2013 la Juventus lo prende in comproprietà e lo lascia in Emilia. In bianconero non giocherà mai: nel 2015 il Sassuolo versa alla Juventus 10 milioni di euro per risolvere la comproprietà in suo favore, lasciando al club piemontese la possibilità di poterlo riacquistare entro il 2017. Ma gli anni passano e Berardi, seppure a fortune alterne, diventa una bandiera del Sassuolo, conquista la maglia della Nazionale nel giugno del 2018 e nel 2020 è l’unico italiano a essere riuscito ad andare in doppia cifra di gol e assist (10 e 10) nei top-5 campionati europei. Il 18 marzo scorso, con la doppietta allo Spezia, taglia il traguardo dei 100 gol in Serie A. Nelle ultime due estati è stato accostato a Napoli e Atalanta, è di ieri, invece, la notizia del rinnovo col Sassuolo fino al 2027. Non c’era fretta, il contratto sarebbe scaduto soltanto nel 2024, ma Berardi ha voluto dare un segnale forte al calcio italiano: di bandiere ce ne sono ancora.

 

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