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L’Italbasket saluta l’Europeo, ma quanti rimpianti

Termina comunque tra gli applausi la spedizione azzurra nell’europeo di Basket, ma non senza rimpianti. Proprio quelle recriminazioni che hanno aiutato i francesi, bravi a rimanere in partita fino alla fine. L’Italia del Poz s’è portata via dalla città di Berlino un mare di applausi mischiati da una buona dose di aver gettato alle ortiche un’occasione che chissà quanto mai ricapiterà. I due tiri liberi sbagliati da Simone Fontecchio, sono stati decisivi in negativo per gli azzurri. Una similitudine che ci porta al mondiale del ’94, in quel caso Roberto Baggio dopo aver trascinato l’Italia in finale con il Brasile, calcia alle stelle il rigore decisivo. Fontecchio il suo “rigore” l’ha sbagliato due volte, entrambe dalla lunetta, e forse anche una terza, perché ha avuto la palla per vincere comunque la partita nei 40’, col ferro che l’ha rispedito al mittente. Fontecchio però, come Baggio, è stato l’uomo che ha condotto l’Italia fino a giocarsi il passaggio alle semifinali punto a punto contro i vice campioni olimpici Quei due liberi grideranno vendetta in eterno, ma non potranno mai cancellare quanto fatto prima. Il concetto è comunque chiaro: nello sport il risultato ha una sua valenza, e spesso inghiottisce tutto il buono che è stato fatto prima. Dimenticarsi del cammino glorioso dei ragazzi di Pozzetto sarebbe pressoché ingeneroso. Vero, qualcosina è mancato, ma in fondo è un po’ quello che si sapeva: non siamo un paese di “lunghi”, quegli atleti alti e robusti che fanno a cazzotti (se serve) sotto canestro a difesa della propria area, tirando giù ogni pallone passi da quelle parti. E allora ci siamo dovuti arrabattare con le armi che avevamo, conquistando però la miglior statistica del torneo per ciò che riguarda la difesa e i punti concessi. Essere arrivati per aver sciupato l’opportunità di spedire fuori dal torneo la Francia di Gobert, dopo aver dato una lezione di gioco alla Serbia di Jokic, da un lato rende orgogliosi ma dall’altro fa salire ancor di più la rabbia per esserci stati, ma non aver colto appieno l’opportunità. E saranno rimorsi per chissà quanto tempo, perché certe occasioni non capitano tutti i giorni. Un’occasione sciupata, ma una partita che servirà concretamente per il futuro che verrà.

 

 

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