E’ un muro contro muro che rischia di non fare bene alla Nazionale. La FIGC vuole Luciano Spalletti, ma l’allenatore è bloccato da una clausola che gli impedisce di allenare un’altra squadra che non sia il Napoli, se prima non versa una penale di 3 milioni di euro.
Il rinnovo unilaterale di contratto, fatto valere da Aurelio De Laurentiis subito dopo la fine dello scorso campionato, pesa come un macigno per il futuro della Nazionale. Il patron azzurro non ha intenzione di liberare gratis Spalletti, chiede il pagamento dell’indennizzo come da contratto, per una questione di principio e non di soldi, come spiegato in un lungo comunicato stampa redatto ieri da De Laurentiis.
“Luciano Spalletti, pur avendo un ultimo anno di contratto con il Napoli, dopo aver vinto lo scudetto ha manifestato la volontà di prendersi un periodo di distacco dall’attività di allenatore poiché “molto stanco”. Per riconoscenza per il lavoro fatto, non ho battuto ciglio anche se avrei potuto chiedergli il rispetto del contratto. Gli ho quindi dato la possibilità di prendersi questo lungo periodo di riposo. Ascoltando la voce ed il sentimento dei milioni di tifosi del Napoli che sentono un profondo legame con l’allenatore della squadra Campione d’Italia, nel concedergli la possibilità di non adempiere al suo contratto, ho chiesto garanzie sul rispetto di questo periodo sabbatico, inserendo una penale nel caso in cui il suo impegno fosse venuto meno”, si legge nella nota.
In quanto al puro aspetto economico, De Laurentiis ha spiegato che, “Per il Calcio Napoli tre milioni non sono certo molti, e per Aurelio De Laurentiis sono ancora meno. Ma la questione nel caso di specie non è di “vil denaro”, bensì una questione di principio, che non riguarda solo il Calcio Napoli, ma l’intero sistema del calcio italiano, che deve spogliarsi del suo atteggiamento dilettantistico per affrontare le sfide guardando al rispetto delle regole delle imprese, delle società per azioni, del mercato. Ma fino a quando si consentirà che la “regola” sia la “deroga” il sistema calcio non si potrà evolvere e continueranno a esserci i casi “Spalletti” come continueranno a esprimersi “autorevoli” commentatori che non conoscono come vada gestita in modo sano un’impresa”.
Chi pagherà i 3 milioni di euro al Napoli? Non Spalletti, ma neppure la FIGC, che spera in un dietrofront di De Laurentiis, al momento piuttosto improbabile. Intanto crescono le quotazioni di Antonio Conte, nonostante il tecnico salentino chieda un ingaggio e un numero di collaboratori molto più elevato di Spalletti.