E’ in atto una guerra aperta tra i top club della Serie A e la Figc, sul futuro del calcio italiano, sempre più povero e in crisi. La tensione è alle stelle, soprattutto dopo l’uscita di Claudio Lotito, che ha puntato il dito contro il presidente federale Gabriele Gravina, minacciando di denunciare la Figc: “Noi club non contiamo nulla. Avete mai visto una società in chi ci mette i soldi vede decidere gli altri? Noi siamo in un paradosso giuridico”, ha lamentato il patron della Lazio, nel corso di un evento tenuto nella Capitale.
Per Lotito non c’è proporzione tra il potere della Serie A con quello della Lega Pro: “Nei numeri siamo marginali rispetto a loro, non contiamo nulla – ha proseguito Lotito -. Il presidente federale viene eletto dai voti delle componenti e noi passiamo per i ragazzini seduti al tavolo con gli adulti (la Serie C, per Lotito, ndr). Finisce che il consenso della C diventa decisivo, il nostro marginale. Poi se la Lega Nazionale Dilettanti unisce i suoi voti a quelli della Lega Pro, finisce che basta quell’accordo per mettere in ginocchio l’idea di tutti gli altri club. Per la Figc un club di Serie C vale più di una società di Serie A e un club che gioca in Serie D conta più di uno che disputa la Champions League”.
Lotito ha annunciato che “i legali si occuperanno della parte che compete loro”, anticipando quello che sarà nel prossimo futuro, con la diatriba Serie A-Figc destinata a spostarsi nelle aule di tribunale. A meno che non si risolva la questione con nuove regole, come spiega Lotito: “Gravina e la Figc si sentono blindati, invece noi vogliamo che la Lega di A, composta dai club e dai tifosi che producono il 90% del fatturato del calcio italiano, si trasformi di diverso”.
E qui Lotito guarda con ammirazione al calcio d’oltremanica: “Ecco, io spero che la Lega Serie A diventi la nuova Premier League, ad esempio”.