Mercoledì 18 gennaio si insedia, ufficialmente, il nuovo Consiglio di Amministrazione della Juventus, “orfano” di Andrea Agnelli, dimissionario dopo 13 anni alla guida del club bianconero, travolto dall’inchiesta sulle plusvalenze e sui contratti.
Toccherà a Maurizio Scanavino, l’amministratore delegato scelto personalmente da John Elkann, dare un taglio alle spese folli che hanno generato passivi allucinanti e un conto in rosso da oltre 200 milioni di euro. Cosa significa? Che la Juventus, per almeno un paio di stagioni, potrebbe condurre un mercato di basso profilo, puntando soprattutto a fare cassa piuttosto che ad acquistare.
Due cessioni potrebbero concretizzarsi già durante l’attuale finestra di mercato con McKennie richiesto dal Borussia Dortmund e Zakaria che potrebbe essere riscattato dal Chelsea, dove si è trasferito in prestito la scorsa estate. Ma non finisce qui, perché un altro candidato a lasciare Torino potrebbe essere Dusan Vlahovic, pure lui oggetto misterioso al pari di Paul Pogba, da settimane ai box per infortunio (il francese non si è mai visto da agosto).
Una svolta epocale, insomma, di cui rischiano di non farne parte sia Massimiliano Allegri che il direttore sportivo Federico Cherubini. La qualificazione alla prossima Champions League potrebbe non bastare per la riconferma dello staff tecnico, tenuto sotto osservazione dal nuovo CdA. La Juventus guarda al futuro, dunque. Il mercato sarà incentrato sull’acquisto e sulla valorizzazione di elementi a basso costo, vedi Kvaratshkelia, che il Napoli ha ingaggiato per “soli” 20 milioni.
Per questo motivo le operazioni di mercato della prossima estate potrebbero essere affidate a Giuntoli, attuale ds del Napoli, o in alternativa a Massara, che si è messo in luce in tandem con Maldini al Milan, con una politica fondata sui giovani di valore e ingaggi contenuti.