Indagine finita. Dopo 4 mesi di studi e documentazioni passate al setaccio; di intercettazioni sbobinate e dichiarazioni dei diretti interessati, la Procura Federale della FIGC ha chiuso l’inchiesta sulla Juventus, in relazione alla manovra stipendi che vede coinvolto il club bianconero, la sua dirigenza, alcuni tesserati ed ex tesserati della società e i loro procuratori.
L’impianto accusatorio dovrebbe portare al deferimento della Juventus e della dirigenza e risparmiare i calciatori coinvolti, mentre i procuratori degli atleti verrebbero soltanto segnalati alla Commissione agenti sportivi federale.
È l’ipotesi più plausibile che proviene dagli uffici della Procura Federale, al termine del lavoro svolto dal procuratore federale Giuseppe Chiné e dai suoi fidati collaboratori.
Cosa accadrà ora? Che prima di decidere sul deferimento, pressoché certo per la Juventus e la sua vecchia dirigenza, gli interessati potranno farsi avanti e chiedere di essere ascoltati oppure presentare una memoria difensiva, per divincolarsi dalle accuse che potrebbero essere mosse a loro carico.
A rischiare più di tutti è la Juventus, che potrebbe vedersi infliggere altri punti di penalizzazione, nel caso in cui la Giustizia Sportiva dovesse confermare l’accusa della Procura Federale. Nel migliore dei casi il club subirebbe soltanto un’ammenda, molto remota la possibilità di arrivare a una clamorosa retrocessione in Serie B.
Per gli ex dirigenti bianconeri, tra cui l’ex presidente Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Fabio Paratici si fa largo l’ipotesi di un una pesante squalifica (inibizioni), mentre i calciatori potrebbero essere salvati o al massimo puniti, se ritenuti colpevoli, con uno o due mesi di squalifica.