La Juventus è stata messa spalle al muro da Paulo Dybala, che vuole i 3 milioni di euro di stipendi arretrati, trattenuti durante il Covid e mai versati all’argentino. Il compenso si riferisce alle mensilità posticipate legate alla dilazione degli stipendi finiti nel mirino della magistratura, nell’ambito dell’inchiesta Prisma.
Lo scorso 21 febbraio Dybala è stato ascoltato dalla Guardia di Finanza. L’argentino ha riferito di non ricordarsi la data dell’ultimo pagamento degli stipendi corrisposti dalla Juventus, confermando che il club bianconero gli deve dei soldi.Circa 3,7 milioni di euro relativi alla stagione 2020-2021.
Sempre Dybala ha chiarito che l’accordo con la Juventus prevedeva che se fosse rimasto a Torino, gli stipendi arretrati sarebbero stati pagati in aumento su quelli successivi. Ma se fosse andato via, come è avvenuto, la Juventus avrebbe dovuto saldare il compenso immediatamente. La Juventus ha tempo fino ad aprile per mettersi in regola, altrimenti l’avvocato di Dybala procederà a formulare richieste per iscritto e a fare causa al club. Cosa che Dybala, come riferito agli inquirenti, vorrebbe evitare.
La situazione è sempre più spinosa. Dopo la carta Ronaldo è spuntata anche la carta Dybala, con l’argentino che chiede quanto gli spetta come da accorti. Sono delle scritture private con cui la Juventus si impegnava a restituire i soldi in caso di addio del tesserato, come fosse un incentivo all’esodo. Carte mai depositate in Lega, da qui l’inchiesta Prisma.